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Savana Funk “Ghibli”

Disco con una robusta componente culturale, il tutto condotto da una maestria tecnica di notevole spessore

I Savana Funk sono usciti il 14 ottobre 2022 con un nuovo lavoro che porta il nome del caldo vento del deserto “Ghibli” e l’han fatto per Garricha GoGo cosi come per lo scorso “Tindouf”. Mentre scrivo di loro sto galleggiando sulle note della title-track, che mi sta accompagnando ormai da giorni, da quando ho deciso di recensire questo viaggio che per me ha sapore di novità. È infatti il primo disco strumentale su cui poggio le dita, devo dire che è una esperienza che mi mancava e poterla provare con un lavoro di questo calibro mi fa sorridere compiaciuto.

Il trio solca insieme la musica da ormai sette anni, da quando Aldo Betto, Blake Franchetto e Youssef Ait Bouzza si conobbero e iniziarono a collaborare in quel di Bologna. Leggo che il nome venne solo scelto in seguito, partendo dal titolo del secondo album che da tale momento diventerà l’etichetta apposta sulla band stessa. Da qui avete potuto conoscere le loro sonorità sia tramite i loro cinque dischi (anche se il quinto dovreste ascoltarlo dopo aver letto questa mia recensione) che in seguito alla loro partecipazione al programma Propaganda Live con Diego Bianchi (Zoro) o per palchi prestigiosi come quelli del Jova Beach Party (dal 2019) o le condivisioni di palco con Red Hot Chili Peppers e Kokoroko. Ma tralasciamo le note meramente didascaliche, potete anche leggervele in rete.

Passiamo a “Ghibli”, nome del caldo e secco vento del deserto preso come ispirazione per un disco dalle sonorità che dall’Italia guardano verso sud. Occhi che arrivano lontano per orecchie che necessitano colori caldi di una estate ormai finita. Ci trovo però una volontà che va ben oltre un’interpretazione di questo tipo. Questo disco ha una robusta componente culturale, che mischia la musica al di là del Mediterraneo con il Funk, il Blues d’oltreoceano, il Jazz delle origini e si spinge al Rock psichedelico, il tutto condotto da una maestria tecnica di notevole spessore.

I 10 brani scorrono come un fiume che si scava il letto nella mente dell’ascoltatore, tre quarti d’ora per entrare nel mood e “starci bene”. La mancanza di testi, in alcune parti, la patisco un po’: i contenuti sono diretti e si percepisce cosa intende la band, ma una componente testuale potrebbe darmi altre sfaccettature. Ma è solo una mia interpretazione, nulla di più. Ho gradito molto l’interplay, il fatto che il disco suona molto “insieme” e si avverte forte e chiaro il legame tra i musicisti stessi. Questo aspetto è profondo e sposa bene l’idea che vede musica come aspetto di condivisione, che emerge potente e fa si che l’ascoltatore sia “lì” per tutta la durata di questo lavoro.

Come sempre mi pongo il dubbio di dove si debba o possa ascoltare un disco di questo genere. Visti i toni allegri e trascinanti l’ho gradito in contesti dinamici, in auto o andando in giro. È un insieme di brani che fa muovere e sorridere mentre qualche passante ci guarda stupito per le nostre espressioni o per il fatto che stiamo ballando per strada. È un disco che fa stare bene. Statelo.

Articolo di Marco Oreggia

Savana Funk “Ghibli

1. Agadir
2. Ghibli
3. Elephant
4. Ganimede
5. Lipari
6. Ayat
7. Ghanaba
8. Ifri
9. Madagascar
10. Boubacar

Line up Savana Funk: Aldo Betto Chitarra / Blake Franchetto Basso / Youssef Ait Bouazza Batteria

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