12/10/2024

Robert Plant presents Saving Grace feat. Suzi Dian, Firenze

12/10/2024

Savana Funk, Firenze

12/10/2024

Daniela Pes, Bologna

12/10/2024

The Devils, S.Zenone dgli Ezzelini (TV)

13/10/2024

Reb Beach & The Bad Boys, Torino

13/10/2024

Les Negresses Vertes, Bergamo

13/10/2024

Un uomo chiamato Bob Dylan, Milano

13/10/2024

Les Negresses Vertes, Bergamo

14/10/2024

Robert Plant presents Saving Grace feat. Suzi Dian, Bologna

14/10/2024

Vibravoid, S.Zenone dgli Ezzelini (TV)

15/10/2024

Robert Plant presents Saving Grace feat. Suzi Dian, Torino

15/10/2024

Diljit Dosanjh, Milano

Agenda

Scopri tutti
Suez

Suez “The Bones Of The Earth”

Una lunga pausa tra una fatica discografica l’altra lascia spesso ben sperare, perché spesso è indice di un percorso artistico e personale foriero di buoni risultati

Fuori il 16 aprile 2021 “The Bones Of The Earth” (Cagnìn Records), il quarto album dei Suez, band di Cesena che vede Luigi Battaglia alla voce e ai synth, Ivan Braghittoni alle chitarre, Marcello Nori alla batteria e alle percussioni, Manuel Valeriani al basso.

Sono passati vent’anni dal loro esordio e ben sette anni dal loro ultimo lavoro “Illusion Of Growth” del 2013.  Una lunga pausa tra una fatica discografica l’altra lascia spesso ben sperare, perché spesso è indice di un percorso artistico e personale foriero di buoni risultati. Questo disco ce lo conferma: i Suez escono con un lavoro apprezzabile che nasce dal confronto con gli aspetti più terrificanti del nostro tempo.

I Suez ci mettono la faccia, testimoniando politicamente senza ambiguità da che parte stanno.  Non si può restare indifferenti, dicono, a “un mondo sanguinante, un mondo di divisioni, individualismi, ferocia. Un mondo dove l’altro è soltanto qualcuno su cui primeggiare, da sconfiggere e affossare, da sbattere a terra, colpire, calpestare, oltrepassare per raggiungere un tornaconto personale o per semplice derisione, come sfogo alla frustrazione. Un mondo dove nemmeno le atrocità lasciano il segno.”

Nell’orrore che ci circonda questo disco sa essere energia vitale che supera il dolore, attraverso testi e note dolenti riesce comunque a donarci una positività interiore costruita su un ventaglio musicale post-rock, post-punk, new wave e no wave, e su una voce piacevolmente capace di prendersi cura delle nostre ansie esistenziali dando loro il giusto sfogo. Nelle nove tracce del disco aleggia senza paura di farsi riconoscere il fantasma di Nick Cave & The Bad Seeds, ma dentro una trama comunque originale ognuno potrebbe riconoscere diversi volti del Rock alternativo, dai Cure ai Tindersticks, dai Calexico ai Teenage Jesus And The Jerks o ai Young Marble Giants, come suggeriscono loro stessi.

Interessante è la relazione che i Suez instaurano con le immagini che rappresentano la loro idea artistica, a partire dalla copertina di Marcella Magalotti, uno scatto catturato ad Aversa (NA), “durante un lavoro sulle orme del percorso dei migranti, dallo sbarco alle varie strutture di accoglienza, con l’obiettivo di porsi in “un luogo decontestualizzato che possa rappresentare un sollievo”.

Il primo singolo “We Are Universe”, un pezzo che facilmente ti cattura, presentato da un video dai toni new age, “è nato dalla visione dello scatto di un uomo siriano che ritrova i propri figli in un campo di rifugiati e li bacia attraverso il filo spinato, con l’auspicio che ci sia, in questa esistenza, qualcosa che ricolleghi gli orrori procurati dall’uomo all’uomo alle situazioni positive che siamo comunque capaci di generare”.

Nella title track “The Bones Of The Earth” c’è lo scatto tristemente famoso di Nilüfer Demir, giornalista turca, ad Alan Kurdi, il bambino curdo annegato al largo della Turchia nell’anno 2012.  “Hit The Man”, pezzo incalzante, crudo e diretto (n.d.r. musicalmente il mio preferito), “deriva dalle immagini della reporter ungherese che sgambettò i profughi, emblema di una parte ancora privilegiata di persone che tentano di arginare coprendosi gli occhi il vento infuocato dei disperati”.

“Kobane”, rabbiosa, dolente e minimale, racconta la storia di Ayse Deniz Karacagil, la ragazza che divenne una combattente sul fronte curdo e morì in battaglia. “Humanity Is Dead” è invece il secondo singolo, una coinvolgente atmosfera che cela la dura denuncia di un’umanità che “muore quando sempre meno ci interessa ciò che succede agli altri, purché non succeda a noi stessi”.

Li aggiungiamo alla lista dei gruppi che attendiamo presto sul palco, i Suez, sperando sia per loro un modo per allargare la platea degli ascoltatori.

Articolo di Marco Zanchetta

Track list “The Bones Of The Earth”

  1. Hard To Say
  2. We Are Universe
  3. Robert
  4. The Bones Of The Earth
  5. Harriette
  6. Hit The Man
  7. Humanity Is Dead
  8. Best Place
  9. Kobane
© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!