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Sufjan Steven “Javelin”

Nuove e diverse sfumature coniate dalla fusione del Folk con l’Elettronica

“Javelin” è il ritorno di Sufjan Stevens che tutti noi stavamo aspettando. Il cantautore americano, diventato famoso per la splendida colonna sonora del film “Chiamami col tuo nome”, è tornato sulla scena il 6 ottobre con un album pubblicato su Asthmatic Kitty. “Javelin” nasce da un momento difficile, com’è stato scritto dallo stesso artista su Instagram, ed è dedicato al compagno scomparso ad aprile 2023. Il post, oltre alla foto della “luce della sua vita”, è accompagnato un messaggio emozionante sull’amore vissuto assieme e del significato che il cantautore ha cercato di dare alla vita dopo la difficile scomparsa. Oltre a ciò, pochi giorni prima dell’uscita dell’album, Stevens ha confessato di aver contratto improvvisamente la malattia di Guillain – Barre, che gli ha fatto perdere le facoltà motorie.

Questo momento incredibilmente difficile ha avuto un risvolto positivo facendo pubblicare al musicista americano uno dei suoi album più belli. Come ci insegnano i più grandi cantautori, da De Andrè ad Adele, dai momenti più infelici della vita può nascere musica di un’emotività rara, riuscendo ad arrivare direttamente nell’anima di chi ascolta. Bisogna saper sfruttare la propria sensibilità, non combattere le emozioni negative ma accoglierle, nuotandoci dentro e cogliendone i sapori, i profumi e i colori.

Il disco si apre con “Goodbye Evergreen”, una canzone di addio. Essa inizia come le classiche canzoni di Stevens, le prime canzoni che ci avevano fatto innamorare di lui: accordi semplici, voce sussurrata e delicate armonie. A metà canzone essa presenta un risvolto, abbandonando la sua tranquillità e diventando caotica e liberatoria. L’immaginario viene sconvolto da una base elettronica fatta di synth e drum machine. Gli accenni all’elettronica saranno presenti in tutto l’album, conciliando perfettamente i due artisti che si trovano all’interno di Stevens, il cantautore folk e l’artista elettronico.

“A running start” ci immerge nel classico immaginario della musica di Stevens. Immagini vivide che raccontano in tutto e per tutto la bellezza dell’amore. Una canzone commovente e riservata, lasciandoci esplorare l’universo intimo del cantautore non come se fossimo personaggi esterni ma come se ne fossimo i protagonisti. Con “Will Anybody Ever Love Me?” la commozione continua. Il cantautore si chiede se mai potrà essere veramente amato dopo tutto quello che gli è accaduto, dopo aver il “cuore in fiamme”. Pur non avendo il suo stesso trascorso chiunque riesce a identificarsi con le sue parole. Infondo, chi di noi non ha mai subito una ferita al cuore tale da chiedersi se mai sarà possibile ritrovare un amore vero e puro? La musica di Stevens, pur cantando un immaginario personale, riesce a rendere le sue canzoni personali alle orecchie di chiunque lo ascolti. “My Little Fox” è, a mio parere, la canzone più riuscita di tutto l’album. Una canzone dedicata alla sua piccola volpe rossa, chi essa sia non viene mai specificato. Potrebbe essere una sensazione, un ricordo, una persona o un’esperienza che aspetta di essere scoperta. L’unica cosa che sappiamo è che essa sia visita come l’unico antidoto alla perdita di sé e sia vissuta come una ancora di salvezza.

In questo album troviamo una collaborazione con Bryce Dessner, chitarrista del gruppo The National, nella canzone “Shit Talk”. L’influenza del chitarrista è molto presente in termini strumentali, ricordando il sound della sua band. In “Shit Talk” troviamo uno dei testi più toccanti non solo dell’album ma dell’intera discografia di Stevens. Il testo descrive il punto di vista di un partner dopo un litigio. Stanco e amareggiato, confessa a sé stesso che, pur amando l’altra persona, quello che aveva da offrire è ormai finito.

Un album al ritorno alle origini pur presentando nuove e diverse sfumature coniate dalla fusione del Folk con l’Elettronica. La musica per Stevens è una valvola di sfogo nei momenti bui, grazie a ciò ci ha regalato un album intimo e personale, trasportandoci in una dimensione di oscura vividezza. 

Articolo di Ambra Nardi

Track list “Javelin”

  1. Goodbye Evergreen
  2. A Running Start
  3. Will Anybody Ever Love Me?
  4. Everything That Rises
  5. Genuflecting Ghost
  6. My Red Little Fox
  7. So You Are Tired
  8. Javelin (To Have and to Hold)
  9. Shit Talk
  10. There’s a World

Sufjan Steven online:

Facebook https://www.facebook.com/SufjanStevens001
Instagram https://www.instagram.com/stevens.sufjan/
Website https://sufjan.com/

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