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Tarnished “Tarnished II”

Suoni di sintetizzatore analogico che creano scenari immaginari, veri e propri viaggi sonori

Dopo il precedente “Tarnished” è uscito il successivo “Tarnished II” di Tarnished, pseudonimo del musicista e compositore Marco Da Rold, pubblicato dalla digital net label Arrhythnia. Si tratta di un progetto solista di musica elettronica e sperimentale costituito da tre pezzi di una certa lunghezza che, grazie al fluire dei suoni di sintetizzatore analogico, creano nell’ascoltatore scenari immaginari, veri e propri viaggi sonori.

La caratteristica principale di “Tarnished II” è quella di suscitare in chi ascolta ricordi sonori dapprima indefiniti, un po’ come il significato della parola stessa tarnished, offuscato, poi sempre più nitidi; l’ascoltatore inizialmente si trova in uno stato di sospensione, e non riesce a individuare immediatamente il ricordo, provando una sensazione davvero particolare, successivamente recuperandolo, grazie anche a una sorta di moto ondoso che tutti i pezzi, in modo più o meno definito, possiedono.

La presenza discontinua della ritmica e l’assenza di batteria, insieme a suoni accuratamente studiati, sono gli elementi chiave per ottenere questa sensazione di offuscamento; le influenze, che pure ci sono, si percepiscono grazie a un ascolto ripetuto. I rumori domestici e industriali che in alcuni pezzi si possono sentire contribuiscono a fornire all’ascoltatore richiami e suggestioni che servono a provocare reminiscenze di vario tipo, non solo musicali.

Già dal primo pezzo “EG-3.4” è evidente quanto elaborata e intelligente sia stata la ricerca sui suoni; nello specifico del pezzo veramente belli, con un’entrata potente e il mantenimento fermo e a lungo di un accordo sul quale modula un suono brass synth anni ’80. Successivamente si inseriscono suoni acuti con rimbalzi, a seguito dei quali le modulazioni si aprono sempre di più riducendosi di volume e lasciando spazio ad altre sonorità. Vengono alla mente i suoni di Vangelis, in particolare quelli del film Blade Runner.

Dopo questo inizio il pezzo prende il ritmo con un uso intelligente del cutoff sul suono ritmato e l’arrivo di un nuovo suono che fa ricordare un moto ondoso, divenendo via via più complesso, con una melodia che a tratti sembra come sorgere dall’acqua. Si passa quindi a sonorità più dure, rugginose, con un ritmo che successivamente si interrompe per lasciare spazio a suoni industriali, riprendendo poi a tempo con la melodia precedente recuperando, questa volta a tratti, le sonorità iniziali. Pur essendo lungo il pezzo non annoia l’ascoltatore grazie al percorso musicale offerto.

Rapsodico e contemporaneamente onirico l’inizio del secondo pezzo, “Liquefaction”; anche qui sonorità che sembrano industriali, voci synth, oscillazioni, inserimenti su un tempo sempre più definito che prende un ritmo che a più riprese fa venire in mente le sestine di “On the run” dei Pink Floyd, per allontanarsene grazie a una leggera e sporadica modulazione. L’ascoltatore si trova avvolto da partenze e ripartenze di un viaggio composto dall’alternarsi di suoni di gocce di vario timbro e ritmi, in una rappresentazione musicale ben descritta dal titolo.

Il terzo pezzo è il più lungo, circa il doppio degli altri, suddiviso in tre momenti: “Defrostic Flames (i.Himalia; ii.Psamathe iii. Kalliope). Dalla dissolvenza in entrata si passa a un ritmo ben tenuto, con suoni studiati alla perfezione, dove l’alternanza dell’arpeggio di fondo con le note acute insieme a quello delle note basse serve per tracciare una ragnatela dove si muove una prima melodia; il pezzo diviene via via più complesso, si aggiunge una seconda melodia e un effetto particolare ottenuto dalla modulazione da minore a maggiore, le sonorità ambientali ben fanno da contorno all’impianto. Nella seconda parte, più lenta, i suoni risultano profondi e su questi si inserisce una struttura di basso potente, che a tratta lascia il giusto spazio agli altri suoni. Infine nella terza parte molto interessanti le ritmiche ottenute utilizzando alcune sonorità particolari e la chiusura con segnali che ricordano l’alfabeto Morse.

Si tratta di un album piacevole e veramente interessante, un poliedrico e cangiante repertorio di forme musicali insolite, più ricercate rispetto al precedente lavoro “Tarnished”, da ascoltare più volte per ottenere, a ogni ascolto, nuove sensazioni e ricordi musicali e non.

Articolo di Sergio Bedessi

Tracklist “Tarnished II”

  1. E.G.- 3.4
  2. Liquefaction
  3. Defrostic Flames (i.Himalia; ii.Psamathe iii. Kalliope)

Line up Tarnished: Marco Da Rold synth

Tarnished online:
Bandcamp https://tarnished75.bandcamp.com/album/tarnished
Instagram https://www.instagram.com/tarnished_75/
Youtube https://www.youtube.com/channel/UCyZ4zcfMNZau1gTozRB16nA

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