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TesseracT “War of Being”

Prog molto ritmico, a tratti metal, in alcuni punti di una notevole complessità tecnica

Fuori il 15 settembre 2023 il nuovo album “War of Being” di TesseracT per l’etichetta discografica KScope, a distanza di cinque anni dal precedente “Sonder”; si tratta di un tipo di Prog molto ritmico, a tratti metal, in alcuni punti di una notevole complessità tecnica, con un groove che si potrebbe definire polimetrico in considerazione dei frequenti cambi di tempo all’interno dello stesso pezzo. Tutto questo sembra quasi riferirsi al significato della parola tesseract in inglese: l’analogo del cubo tridimensionale in uno spazio a quattro dimensioni, dunque un inaspettato collegamento nella dimensione temporale di una realtà tridimensionale.

Il primo pezzo, “Natural Disaster” ha un inizio più Metal che Progressive Rock, mentre il secondo, “Echoes” stupisce per la potenza di attacco e per il recupero della batteria dopo il cantato, una sorta di rapidissima raffica per chiudere, all’ultimo minuto, con effetti che ricordano appunto gli echi promessi dal titolo. “The Grey”, il terzo pezzo, è caratteristico per il growl della voce che si alterna con parti distese insieme al riff della chitarra, aprendosi poi melodicamente su un ritmo scattante e sincopato, con una ripetizione ciclica di questa alternanza; un bel pezzo davvero, anche per le parole del ritornello, che lasciano intuire l’anelare a una gratificazione istantanea, in contrapposizione a una vita vissuta in monocromia.

Il quarto pezzo, “Legion”, inizia con sonorità industriali per passare a un sottofondo orientaleggiante, grazie alla melodia di cinque note che si ripete una volta a salire e una volta a scendere mentre inizia la voce e la tensione aumenta, per poi passare a una fase tranquilla che serve per riaprire su più fasi successive. La chiusura è particolarmente lunga, con suoni industriali parafrasati da un detune che li percorre longitudinalmente e che serve a sfociare pressoché direttamente nel quinto pezzo, “Tender”, la cui caratteristica principale è un crescendo progressivo che dura fino alla fine con una chiusura peraltro tranquilla. In “War of Being” l’introduzione della chitarra fa partire un ritmo di sedicesimi di batteria che imprimono forza, prima di sfociare nel cantato caratterizzato da alternanze vocali con sottofondi epici e riprese del ritmo: una sorta di battaglia per una definitiva emersione, verso la fine del pezzo, di contraddizioni musicali che esprimono altrettante contraddizioni esistenziali.

“Sirens” stupisce per la bellezza dell’entrata. La parte percussiva non è solo una cornice ritmica, ma una componente essenziale, tant’è che l’ascoltatore subisce una sensazione di mancanza appena la stessa si interrompe per cedere il passo a echi lontani procurati dalla chitarra, richiamati dalle voci che si bilanciano perfettamente con i suoni della chitarra, con provenienze lontane che poi ripartono a ritmo. L’ottavo pezzo, “Burden” ha un inizio quasi jazz, molto convincente, un riff di chitarra accattivante verso la fine, anche se la parte centrale convince meno. Infine “Sacrifice” un pezzo molto lungo, con l’apertura composta da una interlocuzione con sonorità remote che sfociano in un ritmo sostenuto da batteria e percussioni, con un tempo particolare in sestine, dove gli ultimi due minuti del pezzo assumono la rilevanza di una riflessione musicale e con l’aumentare del volume che travolge l’ascoltatore mentre la melodia richiama ancora una volta echi lontani.

Nel complesso l’album è tecnicamente perfetto, musicalmente piacevole; rende l’idea della battaglia interiore per l’accettazione di se stessi, della lotta per il controllo di ciò che si è mentre si vive la realtà quotidiana. Le sensazioni che i pezzi musicali procurano, grazie anche alle sonorità immersive che assorbono l’ascoltatore, descrivono molto bene la necessità umana di auto identificarsi, oltre che di accettarsi, di capire chi siamo, perché siamo al mondo, una sorta di rivelazione progressiva lungo il percorso musicale dell’album.

Mantenere i pezzi un po’ più brevi, considerato che sono tutti molto lunghi, “War of Being” è addirittura 11:03, avrebbe facilitato la comprensione e l’immedesimazione dell’ascoltatore senza togliere niente, considerato che vi sono ripetizioni dettate più dalla necessità di simmetria musicale che dall’ispirazione. Un album da ascoltare con estrema attenzione in attesa di sentire i TesseracT dal vivo in Italia, all’inizio 2024.

Articolo di Sergio Bedessi

Track list “War of Being”

  1. Natural Disaster
  2. Echoes
  3. The Grey 
  4. Legion 
  5. Tender
  6. War Of Being
  7. Sirens
  8. Burden
  9. Sacrifice

Line up TesseracT: Alec “Acle” Kahney chitarra solista, chitarra accompagnamento / James Monteith chitarra accompagnamento / Jay Postones batteria, percussioni / Daniel Tompkins – voce / Amos Williams – basso, backing vocals

TesseracT online:
Web https://www.tesseractband.co.uk/
Facebook https://www.facebook.com/tesseractband
Instagram https://www.instagram.com/tesseractband/

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