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The Doormen “The Truth in a Dark Age”  

Il nuovo concept album della band ravennate graffia e convince

Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 2009, anno in cui i The Doormen pubblicarono l’ep d’esordio e mossero i primi passi di quella che si sarebbe dimostrata una felice ricerca musicale. Quattordici anni dopo, precisamente il 5 maggio 2023, la band dà alle stampe il suo quinto disco: “The Truth in a Dark Age”, fuori per MiaCameretta Records.

Il lavoro, in bilico fra Alt Rock e Shoegaze, suona coeso e graffiante, ma allo stesso tempo languido e notturno, una felice alchimia di cui è complice la notevole produzione di Filippo Strang presso i VDSS Recording Studio. “Night Shift” aggredisce potente e chitarrosa, in un perfetto approccio Wave anni ‘80, il cui mood è incarnato anche dal bel timbro vocale di Vincenzo Baruzzi. “Silence” prosegue dritta alla meta con piglio deciso, e confeziona un ritornello convincente che sembra venuto fuori da una session degli Interpol. L’andamento di “Weeping Sins” è meno serrato, ma le maglie di riverberi e chitarrismi restano gli stessi: solo chiaroscuri e ombre.         

“A Freak”, in apparenza dalla sembianza più scanzonata, è centrale nell’arco narrativo del concept: la storia di un essere notturno il cui obiettivo è privare dell’amore il maggior numero di prede, ma che suo malgrado si ritrova imprigionato, destinato a combattere con i propri demoni. “Glass Factory” è il brano che più di tutti si avvicina a una ballad, riprende le fila del buon vecchio Alt Rock ma senza rinunciare a delle squisite note acidule. “Old Man” riparte spedita per i sentieri semi dissonanti: è l’autoaffermazione definitiva del cuore Wave che permea tutta la proposta, con la voce che riesce a variare felicemente, ora salendo ora scurendosi, inneggiando e ammonendo. “September” parte con un campionamento di batteria, ma al preludio non segue ciò che ci si aspetta. Infatti ecco arrivare un brano più aperto rispetto al resto dell’album, con dei richiami e incastri ritmico/melodici alla Cure, salvo indurirsi parecchio e picchiare nel bellissimo crescendo finale.

Chiude il lavoro “Your Shape Pillow”, che per qualche motivo mi riporta sempre all’evocativa immagine di copertina, realizzata da Matteo Pozzi. Come se il nostro “antieroe”, narrato durante le 8 tracce, si rifugi in quell’intimo bacio fuori fuoco. Potrebbe trattarsi di un frammento di passato, oppure semplicemente della proiezione di un sogno insperato: un momento di dolcezza e verità per proteggersi da una realtà in bianco e nero che colpisce, graffia, affonda senza pietà. Una realtà di cui lui stesso è stato spietato soldato.
Un album compatto e non scontato, narrativo e fedele a se stesso, da ascoltare in macchina di notte, preferibilmente lanciati verso nessun luogo.    
 
Articolo di Simone Ignagni 

Track List “The Truth in a Dark Age”

  1. Night Shift
  2. Silence
  3. Weeping Sins
  4. A Freak
  5. Glass Factory
  6. Old Man
  7. September
  8. Your Shape Pillow

Line up The Doormen: Luca Malatesta chitarra ed effetti / Vincenzo Baruzzi voce, chitarra / Tommaso Ciuoffo basso / Serena Castellucci batteria, loops & synth


The Doormen online:
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Bandcamp – thedoormen.bandcamp.com
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Soundcloud – http://m.soundcloud.com/the-doormen/  


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