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The Hold Steady

The Hold Steady “Open Door Policy”

Un album che ci dice che fortunatamente c’è ancora della poesia in questo carrozzone chiamato Rock’n’Roll

Si apprestano a pubblicare il loro ottavo album di The Hold Steady, band rock di New York, guidata dal talentuoso Craig Finn. Preceduto dal singolo “Family Farm”, il full lenght “Open Door Policy” sarà pubblicato il 19 febbraio su Positive Jams e promette di mantenere lo standard del precedente “Trashing Thru The Passion” del 2019.

Si tratta del secondo album in studio dopo il rientro in formazione del tastierista Franz Nicolay, la cui dipartita nel 2010 aveva introdotto la band a un periodo interlocutorio in cui comunque sono stati prodotti un paio di buoni album, salutata l’entrata del secondo chitarrista Steve Selvidge, e registrata anche la pubblicazione di materiale solista da parte di Craig Finn.

Nella continua ricerca, spesso sterile e fine a se stessa, del nuovo e dell’originale in ogni nuova uscita discografica, anche quando questa arriva da band sulla scena da quasi 20 anni o addirittura da mostri sacri del Rock che hanno fatto la storia con un suono ben distinto e personale, imbattersi in un disco come “Open Door Policy” è come trovare finalmente la cura a un male che ci affligge da tempo.

The Hold Steady sono una band da sempre improntata verso un Classic Rock di stampo americano che si tinge di tanto in tanto di colori e sfumature più europee, e che riesce a suonare fresca e personale in virtù anche dello stile di Craig Finn; da sempre a cavallo fra cantato e parlato, un autore prolifico e con un approccio personale che come sempre si muove fra religione, amore, speranza e disillusione, infarcendo i suoi racconti di riferimenti precisi a luoghi e persone che rendono ancora più seducente l’ascolto.

Calarsi nell’ascolto dei The Hold Steady senza prestare attenzione ai testi vuol dire perdersi metà del viaggio. e questo invito a concedersi un ascolto meno superficiale dona a un repertorio, che si muove comunque entro i parametri di un Rock classico, un bel valore aggiunto. Il pathos della iniziale “The Feelers” e l’atmosfera vagamente grunge del riff della seguente “Spices”, unita al racconto alcolico di Craig, danno subito un tocco dark all’album, stemperato da “Lanyards” che canta di disillusione, è vero, ma si illumina in un energico ritornello sostenuto da delle robuste chitarre.

Sono i fiati e il groove del singolo “Family Farm” a sterzare positivamente verso atmosfere più leggere, che trovano sostegno anche nella accattivante “Unpleasant Breakfast” Il disco prosegue con altri episodi marcatamente rock fino alla deliziosa “Riptown” prima di lanciarsi in “Me & Magdalena”, un suono urbano che urla NYC così come la seguente ritmata e notturna “Hanover Camera” racconti di smarrimenti, redenzioni, sogni infranti e vite dietro le quinte. Il racconto di una vita, condensato nella malinconica e pur deliziosa “Parade Days” chiude questo ottimo lavoro.

Album intenso, ispirato, dove la band esprime gran parte delle proprie potenzialità, un album che ci dice che fortunatamente c’è ancora della poesia in questo carrozzone chiamato Rock’n’Roll e ogni tanto qualcuno come The Hold Steady che si fa avanti per ricordarcelo.

Articolo di Andrea Bartolini

 Track list “Open Door Policy”

  1. The Feelers
  2. Spices
  3. Lanyards
  4. Family Farm
  5. Unpleasant Breakfast
  6. Heavy Covenant
  7. The Prior Procedure
  8. Riptown
  9. Me & Magdalena
  10. Hanover Camera
  11. Parade Days – digital only

Line up The Hold Steady

Bobby Drake – Drums / Craig Finn – Lead vocal / Tad Kubler – Guitar, vocals / Franz Nicolay – Keyboards, vocals / Galen Polivka – Bass / Steve Selvidge – Guitar

Guest musicians

Stuart Bogie – Horns / Jordan McLean – Horns / Cassandra Jenkins – Backup vocals / Annie Nero – Backup vocals / Matt Barrick – Percussion

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