Diciamolo una volta per tutte: Se i Beatles sono il “padre” ed i Rolling Stones il “figlio”, i Kinks sono lo “Spirito Santo” del Rock’n’Roll made in England. La band dei fratelli Davies ha contribuito con una sequenza invidiabile di canzoni e album interi che hanno forgiato non solo il gusto ma anche il modo di pensare di migliaia di persone. Troppo “British” per taluni, i Kinks hanno comunque conquistato l’America dove ad un certo punto erano più famosi che in patria senza per questo snaturare il loro modo unico di comporre canzoni. Ray Davies, come successivamente Ian Hunter dei Mott The Hoople, è riuscito negli anni a creare un vero e proprio stile di canzone nel quale le parole mai banali e sempre venate di ironia si ritrovavano ad essere cullate da riff e pulsioni rock.
Dagli esordi sbarazzini e dirompenti di “You Really Got Me”, “It’s Allright”, “All Day And All Night” passando per “Tired Of Waiting For You” a quelle prime canzoni con le quali iniziarono a raccontare l’altra Inghilterra degli anni ’60, lontana dallo splendore di Soho e della “Swinging London” come “Dead End Street”, la spassosa “Wonderboy” e la malinconica “Schooldays”. La profondità della penna di Ray si affina negli anni complice la sua innata curiosità e capacità di mantenere quell’inconfondibile tocco ironico. Ecco quindi ‘Mindless Child Of Motherhood’ e quella ‘Days’ che tanto ha influenzato i cantautori futuri come Elvis Costello che proprio di questa canzone ha fatto una cover straordinaria.
Così tra un hit potente come “Where Have All The Good Times Gone?” e piccoli capolavori pop immortali come “Waterloo Sunset” e “Death Of A Clown” , “The Journey, Part 1” – nei negosiz dal 24 febbraio per BMG – ha il compito di riportare alla ribalta – ma c’era veramente bisogno di farlo mi chiedo io, da canuto rocker quale sono – la grandezza assoluta di una band che in 60 anni non è mai stata incensata abbastanza per il contributo fondamentale che ha dato non solo al musica ma alla cultura della seconda parte del ventesimo secolo.
Mentre scrivo queste ultime parole ‘Celluloid Heroes’ parte e un sorriso si staglia sul mio volto: è quello melanconico di chi comincia a rendersi conto che gli anni passati sono di più di quelli che potrà vivere:
I wish my life was a non-stop Hollywood movie show
A fantasy world of celluloid villains and heroes
Because celluloid heroes never feel any pain
And celluloid heroes never really die
Comunque vada a finire è stato un gran bel viaggio con una colonna sonora che da sola valeva il prezzo del biglietto.
Articolo di Jacopo Meille
Tracklist The Journey part 1
CD1
Songs about becoming a man, the search for adventure, finding an identity and a girl:
1. You Really Got Me (UK#1, 1964)
2. All Day And All Of The Night (UK#2, 1964)
3. It’s All Right (1964)
4. Who’ll Be The Next In Line (1965)
5. Tired Of Waiting For You (UK#1, 1965)
6. Dandy (Germany#1, 1966)
7. She’s Got Everything (1968)
8. Just Can’t Go To Sleep (1964)
9. Stop Your Sobbing (1964)
10. Wait Till The Summer Comes Along (1965)
11. So Long (1965)
12. I’m Not Like Everybody Else (1966)
Songs of ambition achieved, bitter taste of success, loss of friends, the past comes back and bites you in the back-side:
13. Dead End Street (UK#5, 1966)
14. Wonderboy (1968)
15. Schooldays (1975)
16. The Hard Way (1975)
17. Mindless Child Of Motherhood (1969)
18. Supersonic Rocket Ship (UK#2, 1972)
19. I’m In Disgrace (1975)
20. Do You Remember Walter? (1968)
CD2
Days and nights of a lost soul, songs of regret and reflection of happier times:
1. Too Much On My Mind (1966)
2. Nothin’ In The World Can Stop Me Worryin’ ‘Bout That Girl (1965)
3. Days (UK#2, 1968)
4. Last Of The Steam-Powered Trains (1968)
5. Where Have All The Good Times Gone (1965)
6. Strangers (1970)
7. It’s Too Late (1965)
8. Sitting In The Midday Sun (1973)
A new start, a new love, but have you really changed? Still haunted by the quest and the girl:
9. Waterloo Sunset (UK#2, 1967)
10. Australia (1969)
11. No More Looking Back (1975)
12. Death Of A Clown (UK#3, 1967)
13. Celluloid Heroes (1972)
14. Act Nice And Gentle (1967)
15. This Is Where I Belong (1967)
16. Shangri-La (1969)
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