28/03/2024

Depeche Mode, Milano

28/03/2024

Joker Out, Padova

28/03/2024

ENUFF Z’NUFF, Costabissara (VI)

29/03/2024

G Pillola, Torino

29/03/2024

Appino, Palermo

29/03/2024

Nobraino, Perugia

29/03/2024

Gianluca Grignani, Taneto (RE)

29/03/2024

Sludder + Buscemi’s Eyes, Cusano Milanino (MI)

29/03/2024

Maya Al Khaldi e Sarouna, Roma

29/03/2024

Traum, Madonna dell’Albero (Ravenna)

29/03/2024

ENUFF Z’NUFF, Pisa

29/03/2024

Tygers Of Pan Tang, Pistoia

Agenda

Scopri tutti
The Mountain Goats Dark in Here

The Mountain Goats “Dark in Here”

Le connotazioni low-fidelity che abbiamo visto nel precedente disco, rimangono, ma preservando una qualità, una pasta sonora invidiabile

“Dark in Here” è l’album in uscita il 25 giugno 2021 di The Mountain Goats per Merge. Fin qui è una notizia, è fredda, è diretta. Ma per chi seguisse Rock Nation e la mia penna da tempo, sa che vi ho già parlato di loro il 20 ottobre 2020 in occasione della recensione del diciannovesimo disco della band della North Carolina. Eravamo all’inizio delle chiusure della seconda ondata Covid e vi raccontavo che “Getting Into Knives” era un album meraviglioso per un pomeriggio autunnale.

Oggi siamo qui a parlare del ventesimo album (in trenta anni circa di carriera) di The Mountain Goats. Mentre per lo scorso disco potevate ordinare anche la cassetta, ora si parla di vinili, due, blu e molto eleganti, o di CD. La cosa interessante è l’accesso immediato ai singoli e l’accesso digitale in alta qualità il giorno del release, gesto molto rispettoso per i propri fan.

Con questo disco il sound indie folk prosegue la lenta e costante evoluzione di una band così prolifica. Le connotazioni low-fidelity che abbiamo visto nel precedente disco, rimangono, ma preservando una qualità, una pasta sonora invidiabile.

Ma passiamo direttamente al disco, senza dilungarci su dettagli “wiki-like” che potete tranquillamente trovare altrove. Questo disco ricalca la stessa affermazione che feci a suo tempo di “Getting Into Knives”: mi piace. Il suono è diverso, il mood che è stato ispirato dal periodo storico si sente: è un periodo più cupo e questo lo sappiamo tutti, e si traduce in una scrittura più ampia, seria, profonda. Il cambio non è radicale ma è palpabile, si percepisce al primo play (sto ascoltando in questo istante il quinto brano “Lizard Suit” in cui il timpano è carezzato per esprimere una tribalità profonda e molto scura…d’altra parte il disco si chiama “Dark Is Here”).

La durata del disco è di qualche minuto inferiore ai 50, quindi per gli standard attuali, per quello che stiamo ascoltando e recensendo nel 2021 è un disco lungo. Questo è estremamente piacevole, in quanto le ritmiche ampie e rilassate possono essere godute senza fretta. I brani sono dodici, uno meno dello scorso disco, la spazialità elegante dello scorso disco è nuovamente presente, cosi come i racconti snocciolati da basso/contrabbasso. Trovo che la batteria risulti più protagonista dello scorso disco, è utilizzata in modi differenti, tra spazzole e bacchette, tra ritmi di accompagnamento e altri in cui è lei a raccontare storie (come nel sopracitato “Lizard Suit”), il risultato è meno cantautorale del previsto e alza il livello da ottobre.

La voce. John Darnielle, autore di ogni brano. Mi cattura di più rispetto al passato, fa valere il suo carisma in ogni brano e la sua tecnica senza voler mai uscire dalla nicchia cantautorale. Apprezzo molto il voler far sentire una voce cucita nella armonia e nella melodia come uno strumento musicale atto a raccontare storie, ribadisce con energia il concetto di eleganza.

Ho ascoltato questo disco più volte. Rimane lì nel mio lettore da giorni per accompagnarmi quando arrivo a casa di sera sull’imbrunire di queste serate di inizio estate, mi permette di staccare da tante ansie quotidiane ed è proprio per questo che un disco del genere viene scritto. Si sente, si percepisce, si gradisce e si gode di un intero mondo scritto per stare bene, senza fretta e senza affanni. Ascoltatelo con calma, con cura, senza che qualcosa o qualcuno vi distragga, lasciate il telefono in un angolo. Per meno di 50 minuti potrete farne a meno. Poi raccontatemi se ne avevo ragione.

Articolo di Marco Oreggia

Tracklist “Dark in Here”

  1. Parisian Enclave
  2. The Destruction of the Kola Superdeep Borehole Tower
  3. Mobile
  4. Dark in Here
  5. Lizard Suit
  6. When a Powerful Animal Comes
  7. To the Headless Horseman
  8. The New Hydra Collection
  9. The Slow Parts on Death Metal Albums
  10. Before I Got There
  11. Arguing With the Ghost of Peter Laughner About His Coney Island Baby Review
  12. Let Me Bathe in Demonic Light

Line up The Mountain Goats

John Darnielle – voce, chitarre, piano / Peter Hughes – contrabbasso e basso / Matt Douglas – cori, tastiere, chitarre, fisarmonica / Jon Wurster – batteria e percussioni

© Riproduzione vietata

Iscriviti alla newsletter

Condividi il post!