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The New Death Cult “Supernatural”

Viaggio sonoro completo e organico, che sorprende a ogni svolta

Dopo una lunga anticipazione iniziata a giugno 2021 con il singolo “Alive”, finalmente il 17 marzo è uscito per Indie Recordings il secondo album dei The New Death Cult. Mascherati e nascosti dietro gli avatar di Alpha, Beta, Gamma e Delta, acclamati dalla critica come crossover creativo fra band stoner e indie anni Novanta/Duemila, avevano iniziato a registrare agli Ocean Sound Recordings di Giske in Norvegia già nel 2020 e anticipato ad oggi l’album con quattro singoli.

Abbandonato l’anonimato, i quattro norvegesi presentano un energico miscuglio di riff e melodie che si incastrano in un album organico e piacevolmente energetico: i brani, pur nella loro originalità e ricchezza di idee, si ripetono nella formula dell’alternanza di riff pesanti e cori accattivanti, intervallati a tratti da sezioni di veloci intermezzi metal con unisoni e scale alternative. La dualità della natura, raccontata nei suoi differenti aspetti, interiori o ambientali, è il tema di fondo dell’album, che viene definito come per certi aspetti più introspettivo del precedente. Non contraddice la celebrata cultura nordica del design la grafica delle copertine, studiata da Deformat, che presenta una struttura sempre simile con soggetti diversi quasi in una sequenza narrativa, resa sobriamente in uno stile a poche tinte piatte che richiama la serigrafia.

Veniamo alla musica: “Different / One Blood” è un headbanger con riff aggressivo e diretto ma con ritornello pop, da cantare, e con coro finale. È interessante che il tema dell’uguaglianza (siamo tutti uguali con lo stesso sangue) che era alla base del concept delle maschere, ora abbandonato, sia invece citato in apertura di questo nuovo lavoro. Si scopre gradualmente che i brani inediti non usciti come singoli sarebbero stati ugualmente degni di uscire come tali.

Su un tessuto concentrato di chitarra si dipana “High + Low”, canzone veloce e trascinante con un assolo di altri tempi senza funambolismi, e con stop mozzafiato di batteria basso e chitarra; finisce bruscamente come è iniziata, e lascia spazio al rauco riff del secondo singolo “Antidote” vagamente ispirato nel testo alla inquietante perché reale serie Dopesick di Disney+ , come dichiarato dal vocalist e autore di tutti i brani, Jon Vegard Næss, perché parla di malattia e salute e del desiderio di sentire qualcosa contrapposto all’anestesia dal dolore ma anche dalle emozioni. Anche qua il ritmo up-tempo gioca con interruzioni e scatti.

Il terzo singolo “Superglue” è invece una pesante marcia che nella strofa suona quasi duranduraniana, facendo emergere la natura europea e nordica di questa band nella naturalezza ad accostare citazioni di generi spesso considerati lontani fra loro. Il testo fa riferimento al paradosso a cui diamo vita sui social media, dissociandoci fra “aspirazioni impossibili e la nostra realtà”. “Machines” è un ossessivo e asciutto stomper, che sta perfettamente nel genere che potremmo definire Power Stoner, con le sue scariche di chitarra frammentata all’unisono con basso e batteria che si aprono su un ritornello melodico e cantabile, inaspettatamente si direbbe, se non fosse che l’accostamento di questi contrasti è la cifra di questo album e di questa band. Lamenti di chitarra rauca e scariche di batteria tengono in piedi il pezzo che non lascia respiro fino all’improvvisa interruzione fino al riff dispari di “Another World”. La canzone si distende però immediatamente in una fiabesca sezione ariosa che si alterna con il ritornello e le raffiche pesanti in questo che sarà sicuramente un brano chiave dal vivo.

Plettrate e rullate inquietanti introducono il quarto singolo, “Get Ready (Eukaryote’s Anthem)”, il cui ritornello riecheggia gli anni Ottanta in questo inno alla vita naturale (gli eucarioti) che è tanto ascoltabile quanto energico, mentre “Devious Moves” ha colpi rapidi su cui si dipana una vocalità glissata, e un ritornello cantabile. Anche qui si deve attraversare la foresta di note di un paio di intermezzi fra il Prog e il Metal prima incontrare “Shards”, che dai suoni e dalla cadenza del riff fa capire il perché del paragone coi Muse; ma il brano ha poi uno svolgimento più vicino al genere Stoner, e un intermezzo dinamico di attesa a basso volume che in un crescendo lancia uno dei pochi assoli espliciti dell’album, costruito come una frase urlata più che come scarica di note virtuosistiche.

La voce sospesa su un accordo ossessivo di chitarra lancia “The Slide”, che procede poi come brano veloce, con un ritornello che spezza il tempo e si alterna con le strofe e un intermezzo con un obbligato di chitarra che crea la base per la melodia della voce. Si conferma l’idea di un album mai monotono che pur essendo sempre coerente nello stile e nella struttura, non si ripete mai e fornisce idee nuove in ogni brano. “Alive”, uscito come primo singolo, ha un attacco canoro U2esco e ritornello spaziale ma scatta di un riff martellante, e svela la sua natura estiva e di racconto della completezza organica della natura anche grazie a un intermezzo quasi orchestrale e ad un finale roboante. Finisce con il tempo ternario rilassante quasi pinkfloydiano ma arricchito da rombi di chitarre all’unisono di “The World” questo ispirato album, un viaggio sonoro che sorprende a ogni svolta (o “Devious Move”, per dirla come loro) di questo progetto completo e organico… in tutti i sensi.

Articolo di Nicola Rovetta

Tracklist “The New Death Cult”
1. Different / One Blood           
2. High + Low             
3. Antidote                  
4. Superglue               
5. Machines                
6. Another World                    
7. Get Ready (Eukaryote’s Anthem)     
8. Devious Moves                    
9. Shards       
10. The Slide
11. Alive         
12. The World

Lineup The New Death Cult: Jon Vegard Næss  voce, chitarra / Eirik Næss chitarra solista / Vegard Liverød basso / Anders Langset batteria

The New Death Cult online:
Website: www.thenewdeathcult.com
Facebook: https://www.facebook.com/thenewdeathcult
Instagram: https://www.instagram.com/thenewdeathcult

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