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The Pretty Reckless “Other Worlds”

Interessante svolta acustica della band

Fuori il 4 novembre 2022 per Goin’ Down su licenza esclusiva Century Media Records, “Other Worlds”, il quinto album di studio del gruppo statunitense The Pretty Reckless. La band si è formata nel 2009 a New York per volontà e ispirazione della vocalist Taylor Momsen, la cui storia è curiosa e merita di essere raccontata. Affermata attrice, con all’attivo un notevole successo nella serie televisiva “Gossip Girl” e molte altre comparse in film nei primi anni 2000, non aveva mai nascosto la sua grande indole di musicista e soprattutto la sua passione per il canto. Ancora giovanissima, quando si presentò l’occasione giusta per costituire una band, la Momsen non se la fece scappare abbandonando la recitazione e dedicandosi soltanto alla musica. Il gruppo prese inizialmente il nome di Reckless, poi mutato per motivi di copyright, in The Pretty Reckless.

Dotata di una splendida tonalità da mezzosoprano, una voce espressiva e graffiante ora di una intensità pazzesca, talora invece più roca e dalle sfumature delicate Taylor Momsen si contornò di preparati musicisti, proponendo un repertorio decisamente hard rock, che strizzava l’occhio a influenze grunge e metal, ma anche ad un post/punk con venature blues. Pur iniziando l’attività dai circuiti underground, ben presto la band ottenne un contratto discografico e si affermò con un repertorio molto fantasioso che trovò una bella consacrazione nell’album del 2014 “Going To Hell”, con due singoli di grande successo come “Heaven Knows” e “Fucked Up World”. Il tutto sempre corroborato da una fiorentissima attività live. Il buon corso del complesso fu però turbato da due eventi nefasti che lasciarono un segno indelebile sulla Momsen e gli altri componenti.

Il 17 maggio del 2017 a Detroit, The Pretty Reckless era l’opening act dei Soundgarden, uno degli ensemble che aveva maggiormente influenzato lo stile del gruppo. Nella stessa serata, proprio dopo il concerto, Chris Cornell fu trovato privo di vita in una camera d’albergo; l’altro triste episodio ha riguardato invece lo storico producer del gruppo, Kato Khandwala, deceduto nel 2018 a seguito di un incidente motociclistico. Non è stato facile per la band riprendersi da simili batoste, ma con una grande forza di volontà e il supporto di un altro membro dei Soundgarden, il batterista e polistrumentista Matt Cameron, nel 2021 hanno pubblicato l’album della rinascita che li ha riportati a ottimi livelli creativi e interpretativi, “Death by Rock and Roll”.

A conferma di questa ritrovata ispirazione ecco un nuovo lavoro uscito pochi giorni fa, un disco completamente diverso dai precedenti nell’approccio esecutivo. La band ha proposto infatti una selezione di brani dall’album precedente e cover di altri artisti in versione acustica, una decisione, a mio avviso, fatta su misura per esaltare il talento vocale della Momsen. Si passa così dai ritmi potenti e dark dell’opera precedente ad una nuova creatura dalle tinteggiature soft e suadenti, senza che questo scalfisca assolutamente l’espressività e i contenuti.

Forse già dal titolo “Other Worlds” il gruppo fa capire di essere talvolta disposto a cambiare volto, a mostrare anche un aspetto più leggiadro ed intimista forgiato su una musicalità elegante e dalle policrome sfumature. Personalmente apprezzo molto questa nuova veste della band, con i vocalizzi della prodigiosa Momsen valorizzati nella sua grande passionalità che peraltro respinge al mittente le accuse spesso rivolte ai musicisti del gruppo di mancare in originalità.

Certo, i ritmi morbidi espressi in questa opera, contrastano con la cruda realtà espressa nei testi di alcuni pezzi. Liriche spesso molto cupe che alludono a problemi sociali importanti forse motivate dall’intricato momento che attraversa l’umanità o probabilmente ispirate proprio dagli eventi drammatici sopra menzionati; ma c’è anche lo spazio per un messaggio di speranza, di fiducia in un futuro migliore, una catarsi attraverso la musica e la forza dell’amore, capaci di vincere ogni male. Dopo un inizio più elettrico con i brani “Got So High” e “Loud Love”, la direzione unplugged del disco prende il sopravvento e le sonorità del piano e della sei corde vanno a colorare la voce della Momsen, stemperando la forte tensione espressa da alcuni testi in un pathos originale e coinvolgente.

Speranza e nichilismo si rincorrono per la tracklist, passando per lo spleen di “25” sulla subitanea percezione della fragilità umana, al vivifico messaggio di salvezza espresso in “Only Love Can Save Me Now” (“Voglio essere salvata dal suono, dal suono, solo l’amore può salvarmi adesso”), fino a ritornare all’amarezza di  “(What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love and Understanding”, cover di una hit di Elvis Costello di fine anni Settanta, che si interrogava sulle incomprensioni e l’aridità di sentimenti del genere umano mentre i valori di fratellanza e concordia si indeboliscono.

Fra le note più intense dell’album la versione acustica di “Death By Rock and Roll”, che pur con la sua ritmica estroversa e aggressiva, vuole essere un omaggio a coloro che negli anni hanno perso la vita nel segno di un genere musicale spesso fuori dagli schemi. Impossibile non pensare a una dedica al compianto produttore della band, che secondo quanto ammesso dalla Momsen le aveva regalato una frase importante “Vivi la vita a modo tuo”,un vero e proprio mantra su cui impostare l’esistenza.

Due perle nobilitano ancora di più il lavoro, il brano “The Keeper”, eseguito con la partecipazione del polistrumentista cileno-americano Alain Johannes, e la bellissima rivisitazione di “Quicksand” di David Bowie tratta dal mitico album “Hunky Dory” del 1971; superlativa la Momsen in questa interpretazione che trasporta in un clima soave e psichedelico, con le sonorità del piano di Mike Garson, già collaboratore dello stesso Bowie e degli Smashing Pumpkins, a disegnare atmosfere sognanti. Degna di nota infine la riproposizione in acustico di un celebre pezzo dei Soundgarden, “Halfway There”, eseguita con Matt Cameron, interpretazione resa suggestiva dall’effervescente lavoro della chitarra.

Per concludere mi piace sottolineare la grande sensibilità e competenza di chi ha prodotto quest’ultima fatica dei The Pretty Reckless, una compilation arricchita da grandi successi, riproposti dalla band con un sound inedito e vellutato, forse inconsueto per l’indole graffiante del suo hard rock. Eppure la perizia dei musicisti coinvolti, trascinati dal carisma della Momsen, ha fatto sì che nessuno dei brani scelti sia stato snaturato, ma forse addirittura valorizzato grazie a soluzioni stilistiche azzeccatissime e incredibilmente efficaci.

Articolo di Carlo Giorgetti

Tracklist “Other Worlds”

  1. Got So High – Remix
  2. Loud Love
  3. The Keeper (feat. Alain Johannes)
  4. Quicksand (feat. Mike Garson)
  5. 25 – Acoustic
  6. Only Love Can Save Me Now – Acoustic
  7. Death by Rock and Roll – Acoustic
  8. Halfway There (feat. Matt Cameron)
  9. (What’s So Funny ‘Bout) Peace, Love and Understanding
  10. Harley Darling – Acoustic
  11. Got So High

Line up The Pretty Reckless : Taylor Momsen Voce, Chitarra ritmica / Ben Phillips Chitarra, Cori, Basso, Tastiere, Piano / Mark Damon Basso / Jamie Perkins Batteria, Percussioni Special guests: Alain Johannes Chitarra / Mike Garson Piano / Matt Cameron Chitarra, Cori / Duncan Watt Piano

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