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The Rolling Stones “Hackney Diamonds”

Disco figlio del terzo millennio nel quale è possibile ascoltare mezzo secolo e più di musica e storia

Ha senso recensire un disco dei Rolling Stones? Mi spiego meglio: quale deve essere il fine ultimo di una recensione di un disco di quella che è a tutti gli effetti la più grande band di R’n’R? Perché su quest’ultima affermazione anche i più accaniti detrattori dovranno farsene una ragione non fosse altro per la longevità e caparbietà con cui la band – o se volete Jagger e Richards – non ha mollato anche nei momenti più bui dei suoi 61 anni di attività.

La macchina promozionale per “Hackney Diamonds” – che uscito il 20 ottobre in un numero incredibile di formati e colori su etichetta Polydor – è stata impeccabile ed è riuscita a creare un’aspettativa che sia il primo singolo “Angry” che “Sweets Sounds Of Heaven” hanno saputo gestire al meglio: il riff di chitarra che si aggiusta sul groove di batteria – di Steve Jordan – nel primo e l’interpretazione mozzafiato di Jagger nel secondo hanno convinto che il nuovo disco, il primo dopo 18 anni da “A Bigger Bang” con canzoni nuove e non cover come “Blue & Lonesome” del 2016, non avrebbe lasciato niente al caso.

Mick Jagger e Keith Richards condividono lo stesso anno di nascita: il 18 dicembre Keith raggiungerà Mick compiendo 80 anni. Sono loro la forza di questo disco. Essere se stessi senza risultare fuori tempo massimo; plasmare i cliché che loro stessi hanno inventato a loro favore rimanendo freschi. Mai come in questo disco i due musicisti dialogano e fanno squadra, lasciando lo spazio a l’uno e l’altro senza più aver paura di perdere il controllo.

I Rolling Stones sono ormai un’entità a se stante che va oltre il valore e il talento di chi li ha fondati. Certo “Live By The Sword” con Bill Wyman al basso e Charlie alla batteria è quanto di più emozionante si possa sentire, come riscoprire un manoscritto inedito di Hemingway o un girato di Kubrick tanto per citare due monumenti del ‘900 dallo stile inconfondibile, ma anche quando Jagger prende il controllo – in “Get Close” o “Whole Wide World” – la zampata di Richards e Wood è lì dietro a supportare l’equilibrio.

Equilibrio: una parola carica di aspettative e obbiettivi che i Rolling Stones stessi negli anni hanno rifuggito se non addirittura cercato di abbattere in nome di chissà quale ego. Oggi risplende in “Depending On You” e nella country “Dreamy Skies” con Ronnie splendido alla pedal steel e anche in “Tell Me Straight”, la ballata che vede Keith alla voce e Mick a supportarlo ai cori. Il passato osserva da lontano e benedice la nuova ispirazione senza creare inutili paragoni; “Sweet Virginia” o “Dead Flowers” fanno parte della storia, della storia di ciascuno di noi come dei fratelli Robinson dei Black Crowes che tanto a quelle canzoni si sono ispirati, ma i Rolling Stones quelle canzoni le hanno scritte e le hanno vissute sulla loro pelle, e se loro ci convivono senza esserne intimoriti che diritto abbiamo noi di creare ostinatamente paragoni?

“Hackney Diamonds” è un disco figlio del terzo millennio nel quale è possibile ascoltare mezzo secolo e più di musica e storia di due ragazzini di Dartford che avevano una sola grande passione: la musica. Dopo 60 anni, i Rolling Stones le canzoni le sanno ancora scrivere, coscienti che quello che sono stati rimarrà per sempre e altrettanto decisi a mettersi in gioco oggi più che mai perché, e non è un elemento da sottovalutare, oggi, nel 2023 sono vivi, domani chissà.

Tornando alla domanda dell’inizio, invitare all’ascolto offrendo degli spunti di riflessione non necessariamente condivisibili ma stimolanti, ecco questo, forse, potrebbe essere il modo migliore di scrivere di musica, e dei Rolling Stones a maggior ragione.

Articolo di Iacopo Meille

Track list “Hackney Diamonds

  1. Angry
  2. Get Close
  3. Depending On You
  4. Bite My Head Off
  5. Whole Wide World
  6. Dreamy Skies
  7. Mess It Up
  8. Live By The Sword
  9. Driving Me Too Hard
  10. Tell Me Straight
  11. Sweet Sounds Of Heaven
  12. Rolling Stone Blues

Line up Rolling Stones: Mick Jagger Voce, chitarra, percussioni e armonica / Keith Richards chitarre elettriche e acustiche, baso, cori, voce in “Tell Me Straight”, pianoforte / Ronnie Wood chitarre, basso, cori

Guest musicians: Andrew Watt cori, basso, chitarre e tastiere / Steve Jordan batteria / Matt Clifford tastiere e pianoforte / James King sassofono in “Get Close” e “Sweet Sounds Of Heaven” / Ron Blake Tromba in “Get Cloce” e “Sweet Sounds Of Heaven” / Elton John pianoforte in “Get Close” e “Live By The Sword” / Benmont Tench hammond in “Depending On You” e “Dreamy Skies” / Paul McCartney basso in “Bite My Face Off” / Charlie Watts batteria in “Mess It Up” e “Live By The Sword” / Bill Wyman basso in “Live By The Sword” / Lady Gaga voce su “Sweet Sounds Of Heaven” / Stevie Wonder Fender Rhodes su “Sweet Sounds Of Heaven”

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