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The Somnambulist “Some More Songs Lost In Themselves”

Classico esempio di disco inesorabilmente fuori moda da risultare praticamente perfetto

Ormai è ineccepibile il fatto che la pandemia abbia rivoluzionato le abitudini della musica e delle band, lo sanno bene i “The Somnambulist”, terzetto berlinese che poco prima del lockdown si trovava pronto a registrare il continuo di “Hypermnesiac”, loro ultimo album. Sta di fatto che, travolti dal Covid (come il resto del mondo), questa registrazione non giunse mai a compimento e, complice l’uscita del bassista Rößler, dovettero cambiare piani.

Divenuti duo decisero di dividere il progetto in due ep separati e, con la partecipazione di Paul Peuker al basso, nacque il primo di questi due piccoli lavori: “Some More Songs Lost In Themselves”. Pubblicato il 2 dicembre 2022 per la Slowing Records, l’EP è composto da sei brevi brani devoti all’alternative Rock più puro rievocando i suoi due decenni più prolifici: anni ‘80 e ‘90.

Apre le danze lo sbilenco Indie Pop di “All Strain In Over”, dove tutta l’angoscia della band si riversa nel ritornello. Pregevoli i synth ed effetti di radio che qui e là vanno a riempiere ogni angolo. “Flower From Where You Go” risulta tra i brani più orecchiabili del disco. Un piccolo viaggio pop-rock con basso e chitarra in perfetta disarmonia che vanno a ricordare certi fraseggi che furono della Gioventù Sonica sebbene contraddistinto da un finale al limite del Psych. Pregevole, invece, il simil Noise Rock di “Not a Song For You”. Un perfetto esempio di come la band che fu di Moore sia un’influenza portante della band.

“Lametech” viaggia sulla falsariga del precedente con un appiglio più vintage e altrettanto convincente, mentre “Lowerin’ Sun” strizza l’occhio a suoni più commerciali e recenti palpando echi alla Arctic Monkeys d’annata e, infine, chiudono le danze i sapori vintage di “The Freewheelers”. È davvero tutto.

“Some More Songs Lost In Themselves” è il classico esempio di disco inesorabilmente fuori moda da risultare praticamente perfetto. Un paradosso ben appiccabile all’interno del panorama alternative e per niente strano. Ad alimentare questa perfezione la piccola e disuguale scaletta nella quale sei brani totalmente diversi tra loro riescono ad andare di pari passo. Un ottimo lavoro in attesa del secondo ep. Buon ascolto.

Articolo di Giulio Ardau

Track list “Some More Songs Lost In Themselves”

  1.  All Strain is Over
  2.  Flowers From Where You Go
  3.  Not a Song For You
  4.  Lametech
  5.  Lowerin’ Sun
  6.  The Freewheelers

Line Up The Somnambulist : Marco Bianciardi voce, chitarra / Leon Griese batteria / Paul Peuker basso.

The Somnambulist online:
https://www.facebook.com/thesomnambulistberlin/
https://www.thesomnambulistberlin.com/
https://www.instagram.com/thesomnambulistberlin

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