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Tygers of Pan Tang “Ritual”

Musica heavy autentica, ricca e complessa senza fronzoletti ruffiani

“Ritual” è l’ultimo album dei Tygers of Pan Tang, pubblicato il 22 novembre 2019. Secondo lavoro con l’attuale line up, i Tygers of Pan Tang non hanno bisogno di grandi introduzioni: sono semplicemente tra i migliori rappresentanti dell’heavy metal puro, quello al quale per quante etichette si tenti di appiccicarci, risulteranno sempre imprecise o ridondanti.

I Tygers of Pan Tang, nati sì durante la New Wave of British Heavy Metal, si sono evoluti intorno alla loro stessa musica, rimanendo fedeli, nonostante vari cambi di formazione, a un’idea della musica heavy autentica, ricca e complessa ma al tempo stesso senza fronzoletti ruffiani.

La coppia di chitarre taglienti e dalla ritmica potente, che producono riff penetranti e sostengono assoli virtuosi; una linea di basso che stende il binario dove scorre il treno dell’album; un drumming martellante e pesante ma mai pervasivo; e infine una voce che vola sulle note più lontane tra loro, e che vibra corde che noi abbiamo nella pancia invece che in gola. In buona sostanza, signori, ecco il signor british heavy metal, classico e sempre nuovo.

“Ritual” è stato registrato negli studi di Newcastle Upon Tyne dell’ex chitarrista Fred Purser, e prodotto da Soren Andersen, eclettico chitarrista e compositore di cui segnalo il bellissimo “Guilty Pleasures”, uscito in ottobre sempre per la danese Mighty Music. L’album è stato preceduto dal singolo su vinile “White Lines”, la cui b-side celebra i 40 anni dalla pubblicazione di “Don’t Touch Me There”, il primo singolo e lavoro discografico dei Tygers of Pan Tang, con Fred Purser e Soren Andersen ospiti alle chitarre.

Articolo di Francesca Cecconi

Track list “Ritual”

  1. Worlds Apart
  2. Destiny
  3. Rescue Me
  4. Raise Some Hell
  5. Spoils of War
  6. White Lines
  7. Words Cut Like Knives
  8. Damn You!
  9. Love Will Find a Way
  10. Art of Noise
  11. Sail On

Line up Tygers of Pan Tang : Robb Weir guitars / Jack Meille vocals /  Michael McCrystal guitars / Gav Gray  bass / Craig Ellis drums & percussion

Track by track nelle parole di Carig Ellis

“Worlds Apart”: apre il nostro nuovo album, e potete avere un assaggio di cosa vi aspetta! È anche uno dei brani più lunghi, dove mettiamo subito in chiaro cosa ci piace suonare.

“Destiny”: di questa canzone condivido il testo con Jack. Avevo scritto le parole di tutti i versi ma non riuscivo a tirare fuori un ritornello; ho passato il testo a lui che se n’è uscito con queste parle davvero d’impatto, potenti.

“Rescue Me”: Gav, il nostro bassista, mi aveva chiesto di dare una sferzata al pezzo con una batteria grossa e grassa, e ascoltate il risultato!

“Raise Some Hell”: è un viaggio indietro nel tempo per rivisitare la New Wave of British Heavy Metal, un pezzo tosto quanto i nostri “Hellbound” e “Gangland”.

“Spoils of War”: tutto è iniziato con un demo che Robb aveva mandato a tutti noi, c’era un particolare giro di chitarra che mi piaceva moltissimo ed è diventato quello che sentite nei versi della canzone. Ho quasi immediatamente scritto tutto il testo, anche per il ritornello e il Bridge Ma l’arrangiamento non era giusto, non funzionava. Avevo anche scritto il Middle Eight che era la sezione del pezzo che tirava, ma ancora l’arrangiamento non era perfetto. Durante le prove io, Michael, Gav e Robb ci abbiamo lavorato insieme e finalmente ha preso la giusta forma. Ho composto e registrato l’intro nel mio studio personale perché avevo una certa visione, una sorta di visione cinematografica, era più un video che una canzone. Volevo creare un’atmosfera che ci trasportasse nel momento in cui entravamo con la musica.

“White Lines”: questa canzone ha una lunga storia … Ma la concentrerò riassumendola fondamentalmente in due cose: il primo verso riguarda l’essere in viaggio, tutte le miglia che percorriamo come musicisti, e quelle linee bianche che tracciano le strade che tu sia in Gran Bretagna, in Europa o ovunque nel mondo; il secondo verso … ecco, se uno passa ogni fine settimana a una festa e non può credere alle cose che ha fatto, allora, potete intuire di cosa si tratta …

“Words Cut Like Knives”: questo pezzo è stato primariamente scritto da Jack e Michael quando hanno passato un po’ di tempo insieme in Gran Bretagna, mettendo giù le basi. Io, Robb, Michael e Gav abbiamo aggiunto la sezione più pesante verso la fine, per non avere un brano tutto su uno stesso piano.

“Damn You!”: questa canzone ha comportato un bel po’ di lavoro, e manca poco non rientrava nell’album, tanto ce la siamo passata tra noi per la composizione, facendoci un po’ impazzire. Jack aveva già scritto il testo, ma dopo undici ore di prove stavamo quasi pensando che non potesse funzionare. Ho tirato fuori varie idee finché il testo non ha preso la giusta forma. Ho anche fatto il video per “Damn You!”, così come per “Destiny Swell”, divertendomi molto.

“Love Will Find a Way”: ancora una volta è il risultato di tempo passato insieme da Jack e Michael. Questo pezzo è semplicemente AOR completo, assoluto, magnifico. È stato semplice incidere questa canzone perché tutti i pezzi del puzzle combaciavano perfettamente.

“Art of noise”: è una canzone che va indietro nel tempo. Robb ci aveva mandato dei demo con questa grande idea, per la quale ho scritto un verso; ma non funzionava, allora Jack ha preso il timone e l’ha trasformata in una composizione sorprendente, davvero pesante e d’effetto. Ha un intro di basso davvero affascinante, scritto da Robb e sviluppato nel suono che risulta da Gav. La sezione centrale rende omaggio alla pazzia. La chiusura del pezzo è venuta fuori per caso, solo suonando tra noi durante le prove quando qualcuno ha detto “facciamola molto pesante, perché quello che creiamo qui è l’arte del rumore con la musica, con gli effetti sonori, con le voci, con tutto…”

“Sail On”, la traccia finale dell’album, ve la lascio scoprire senza suggestioni… Grazie per l’ascolto, spero sinceramente che i pezzi via piacciano tutti, e di vedervi ai nostri concerti!

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