“Underdog vs Underdog” (Phonosphera Records, 21 aprile 2023), esce in doppio formato, digitale e vinile, e rappresenta il prodotto di una completa trasformazione del gruppo Underdog, dopo vari cambi di line up che sono peraltro una connotazione specifica di questo progetto. Si tratta di otto pezzi realizzati da musicisti differenti in due sessioni separate (2015, 2022), legati da due voci: quella elegante e melodica di Barbara “Basia” Wisniewska, e quella di Diego Pandiscia, penetrante e ossessiva; un album che arriva a distanza di oltre dieci anni dal precedente “Keep Calm” (2012), secondo album dopo il disco d’esordio “Keine Psychotherapie” del 2004.
Il nome del gruppo, così come dell’album, si richiama al libro di Charles Mingus, “Beneath the Underdog – His World as Composed by Mingus” (ed. Random House, 1991), un’autobiografia del contrabbassista e pianista pietra miliare del Bebop. In effetti nell’album si ritrovano quelle alternanze e quei contrasti tipici di Mingus, per lui derivanti da una originale utilizzazione del Blues e del Gospel e per gli Underdog consistenti in forme espressive variegate, che si intrecciano, si incontrano, si scontrano, per poi liberarsi in rilevanti esplosioni musicali.
Il pezzo iniziale, “Where Did I Sleep Last Night”, si presenta con un’introduzione di sonorità industriali e una batteria che si alterna a quelle, con una successiva entrata della voce insieme al basso acustico, interruzioni continue marcate da accordi del piano e una terminazione davvero a sorpresa dopo un crescendo che stimola l’ansia dell’ascoltatore, un pezzo che vuole essere la metafora del risveglio dopo un’ubriacatura. In “Mean” la musica diviene evocativa, con un vago ricordo delle sonorità dei gruppi messicani mariachi, ma con un rallentamento del ritmo che induce alla malinconia e al ricordo, nel complesso un po’ troppo densa di suoni. “Mare Mostrum” è un pezzo che contiene sonorità ambientali fuse con un basso potente, doppiato; il pezzo vuole richiamarsi, già dal titolo, al senso di forte contrasto fra realtà contemporanee vicine, ma totalmente diverse: lo stesso mare dove qualcuno è disteso mollemente al sole mentre un altro perde la vita cercando un futuro migliore.
Il ritmo rapido di “Jungle Lemon Bomb” introduce a un intreccio fra voce femminile e veloci sonorità synth, con un sottofondo di basso acustico e batteria che si muove rapidamente per poi fermarsi a metà pezzo con l’ingresso della voce maschile e quindi ripartire con un successivo e nuovo intreccio di voci. Molto stile jazz il pianoforte e il contrabbasso nel pezzo “Mirrors”, che nell’inizio con gli accordi di pianoforte ricorda l’armonia di “Raise Four” di Thelonious Monk, con i vocalizzi che nella seconda parte portano a un crescendo ritmico che chiude con il motivo iniziale, anche se suonato in modo più sognante e delicato. Un pezzo forse troppo lungo per l’ascoltatore.
“Silent Insect” è un intreccio fra pianoforte e voce femminile che sembra rappresentare il battito frenetico delle ali di un insetto, con i suoi movimenti a volte sconclusionati, con una chiusura del pezzo data dal fermo delle voci; il testo si basa su una poesia di Giulio Stocchi, filosofo poeta e scrittore, tradotta in inglese. In “Come Ogni Estate” si notano sonorità ambientali oscillanti, va e vieni di volume, con la voce preceduta da alternanze di suoni che a un certo punto si perdono in echi lontani, poi il pianoforte che introduce una nuova fase; una storia d’amore delineata da una voce incantevole che in modo lapidario chiarisce come non sia rimasto neanche il ricordo.
“Cold Moon In Deep Water” si presenta come un brano di rottura con i precedenti album, molto acustico, la batteria suonata in modo magistrale, con un meccanicismo voluto che incanta l’ascoltatore, i ribattuti del pianoforte che accompagnano la voce e la batteria, con la fine del pezzo che sfocia verso sonorità più ampie, meno acustiche, suggestive; il vero filo conduttore del pezzo è effettivamente la batteria. Album molto interessante, anche se in alcuni punti eccessivamente esasperato dalla voglia di ricerca.
Articolo di Sergio Bedessi
Tracklist “Underdog vs Underdog”
1. Where Did I Sleep Last Night
2. Mean
3. Mare Mostrum
4. Jungle Lemon Bomb
5. Mirrors
6. Silent Insect
7. Come Ogni Estate
8. Cold Moon In Deep Water
Line up Underdog: Barbara “Basia” Wisniewska, voce, synth / Diego Pandiscia, voce, basso, d.bass / Tommaso Moretti, batteria / Alberto Fiori, piano ed electronics / Ivan Macera, batteria / Lorenzo Tarducci, chitarre / Jacopo Dell’Abate, electronics,
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