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Xenos

Xenos “The Dawn of Ares”

Lavoro che mette il punto esclamativo non solo sulla nuova giovinezza del Trash Metal, ma anche sulla scena musicale metal nostrana

Sembra che ultimamente il Thrash Metal stia vivendo una sorta di seconda giovinezza, specialmente per quanto riguarda i circuiti di band meno conosciute (mi si passi il termine “underground”) atte a riportare in auge, sotto varie sfaccettature un genere che ha indubbiamente già sparato i suoi colpi migliori anni e anni fa. Malgrado questa premessa dolce e amara allo stesso tempo, oggi ci troviamo di fronte a un altro lavoro che mette il punto esclamativo non solo sulla nuova giovinezza del genere in questione, ma anche sulla scena musicale metal nostrana (cosa che fa sempre piacere da qualunque lato la si guardi).

Il 25 giugno 2021 è il turno degli agrigentini Xenos, con il loro secondo disco “The Dawn of Ares”: disco che tributa in egual misura sia i più moderni Metallica e Testament che i Megadeth del periodo di “Countdown to Extinction”. L’amalgama del combo siciliano risulta rocciosa e gustosamente melodica allo stesso tempo, dando la stessa importanza in fase compositiva sia al riff spezza collo che alla melodia più cantabile, tratto che porta la band spesso a collidere col Melodic Death alla Arch Enemy (senza tutte le cadute di stile della band svedese di Halmstad).

Si prenda per esempio la traccia che dà il titolo al disco, esempio perfetto della vena camaleontica della band: un pezzo che inizia su ritmi e riff estremamente essenziali, che aiutano conferire solidità al brano, per poi deviare su di un intermezzo melodico e pacato che funge da incipit alla cavalcata successiva, assalto a tutta velocità a metà fra “Rust in Peace… Polaris” e “Khomeniac” (rispettivamente dei già citati Megadeth e degli spesso sottovalutati Artillery). Uno dei principali punti di forza del gruppo infatti è quello di creare canzoni che sanno compiacere contemporaneamente sia il culture del duello fra chitarra, basso e batteria, che l’amante del riff da stadio avvezzo al casino senza se e senza ma: basti prendere come ulteriore esempio la successiva “Circle of Lies” e il suo binomio fra strofa serrata e ritornello apertissimo, adatto a fare cantare il pubblico senza il minimo sforzo.

Da elogiare anche la parte solista del disco, in particolar modo quella che passa più inosservata: i soli canonici di metà / fine pezzo sono ovviamente di livello, ma tutte le gustose fioriture tecniche e melodiche presenti fra i riff principali (per esempio la fenomenale scala sul riff pre-ritornello di “Shields”) rendono tutta l’opera ancor più interessante e ben realizzata, elevandone ulteriormente il risultato finale.

Piccola nota di apprezzamento all’interpretazione vocale su questo “The Dawn of Ares”: come molte band thrash si può magari stare a sindacare sulla scarsa originalità di testi e approccio vocale, ma in questo caso vale la pena di spezzare una lancia a favore dell’interpretazione del cantante, riuscitissimo ibrido fra Gerre dei Tankard e (prendetemi per scemo, ma ci sta da Dio) Blothar dei GWAR.

Un disco decisamente pieno di sorprese, che sa tenere sull’attenti l’ascoltatore con particolari e inserimenti di classe, così come sa dare fuoco alle polveri nei momenti opportuni: ottimo e consigliatissimo.

Articolo di Lorenzo Bini

Tracklist “The Dawn of Ares”

  1. I am the Machine
  2. All Shall Fall
  3. The Dawn of Ares
  4. Circle of Lies
  5. Shields
  6. Interceptor
  7. The Prophet
  8. Still to the Front
  9. The Healer

Line up Xenos

Ignazio Nicastro – Basso & Voce / Danilo Ficicchia – Batteria / Giuseppe Taormina – Chitarra

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