La casa editrice Oblomov, progetto editoriale di qualità del disegnatore di origini sarde Igort, ha pubblicato nel febbraio 2025 il volume “Franco Battiato: La musica del tempo”. Un libro in grande formato, presentato con la qualità grafica e tipografica dei graphic novel Oblomov, che è un saggio dedicato alla musica, al mondo culturale e al fenomeno Franco Battiato.
Un volume ibrido, dove convivono illustrazione, comics, testi e saggi critici. Il tutto sapientemente composto da Igort, deus ex machina di questo progetto, e dalla stessa Oblomov, sua creatura dopo l’abbandono della Coconino Press. Igort ha saputo mettere insieme firme prestigiose, testimonianze e racconti che, in poco più di 80 pagine, offrono uno sguardo d’insieme sulla galassia Battiato. Questo grazie alla conoscenza personale che legava Igort al grande artista siciliano, come viene raccontato, senza fronzoli, nell’introduzione al volume. Scrive Igort: Ovviamente, come lui stesso mi ha raccontato più volte, il suo “stare male e porsi domande”, è fiorito in una ricerca spirituale che ha unito, con la curiosità di grande uomo che lo ha sempre contraddistinto, tradizioni spirituali che attraversano l’intero pianeta.
Tuttavia, Igort non si ferma a questo aspetto della vita artistica di Battiato. Spesso, infatti, le monografie e gli omaggi si concentrano solo su questo punto. Igort, pur senza dimenticare il lato complesso e meticciato della ricerca spirituale di Battiato, un mondo che ricorda la sala delle reliquie del Vittoriale di D’Annunzio (più che un vero tempio di meditazione), punta invece sul mix che questa ricerca ha creato con la musica che Battiato ha saputo imporre e regalare agli ascoltatori italiani.
Il volume non dimentica mai che si parla di un artista che ha fatto della musica il suo linguaggio. Anche quando ha diversificato con film e opere pittoriche, Battiato è e resta un musicista che ha saputo innovare sin dalla sua prima uscita discografica, e cioè “Fetus”. Un altro pregio di questo volume è che non si rifugia nella banale esaltazione dei primi dischi, lavori ottimi che oggi pochi ascoltano, ma che tutti citano di continuo. In queste pagine, quegli album vengono giustamente contestualizzati, con un’interessante rivalutazione di “M.lle Le Gladiator”, lavoro pregevole spesso tenuto ai margini. Allo stesso tempo, in uno dei saggi si parla del disco con Anthony e della sua gestazione live. Sul fronte filmico, non ci si dilunga su “Perduto Amor”, ma si discute con attenzione dell’avventura naufragata della pellicola che avrebbe dovuto essere dedicata a Händel.
Si tratta di uno dei saggi più interessanti, scritto dallo stesso Igort, dove il disegnatore costruisce un parallelo fra il progetto mai andato in porto del film di Battiato su Händel, nel quale Igort era coinvolto, e il libro del disegnatore sardo dal titolo “Quaderni mistici”, che si sarebbe inserito nella fortunata serie dei Quaderni di Igort. Il parallelo è davvero bello, colto e raffinato, e raccoglie e racconta molto dell’universo di Battiato. Altrettanto interessanti sono l’intervista a Francesco Cattini di Stefano Malosso, collaboratore e manager (non solo) di Battiato, e il testo di Francesco Bianconi.
Le tavole inedite di Igort sono una garanzia, come d’altronde sono molto belli i fumetti di Giacon e Vilella. In particolare, quest’ultimo presenta un racconto onirico dove i vari Battiato che conosciamo, e cioè le sue immagini pubbliche, si incontrano e convivono nella casa di Milo. Bello, geniale e ben fatto. La sintesi finale di questo ottimo lavoro è il saggio che chiude il volume, a firma ancora una volta di Igort, che ribadisce la sua profonda conoscenza, umana e artistica, di Battiato. Il disegnatore passa in rassegna le copertine di “L’era del cinghiale bianco”, “Patriots”, “La voce del padrone” e “L’arca di Noè”. Inutile dirlo, i quattro album che hanno cambiato tutto nella musica italiana.
L’unico rimpianto, ma confesso che si tratta di un giudizio soggettivo, è non aver approfondito il legame con Manlio Sgalambro, filosofo siciliano che tanto ha dato all’ultimo Battiato. Pazienza, ci sarà tempo e modo. Godiamoci, nel frattempo, queste 80 pagine che ci permettono di scoprire un Battiato in parte inedito, e in parte conosciuto, senza però scadere nella banalità, con testi e immagini curate con amore e dedizione. Un omaggio come si deve, composto con grande rispetto, che omaggia per davvero un grande artista che ci ha lasciato opere importanti, sulle quali serve ancora lavorare con molta attenzione.
Articolo di Luca Cremonesi