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AA.VV. “Led Zeppelin”

Il volume raccoglie tutti gli articoli che, nel corso degli anni, lo storico settimanale fondato nel 1968 ha dedicato alla band

Numero speciale della storica rivista “Ciao 2001”, uscito nei primi giorni di aprile 2025 per Sprea Editore (12,90 euro), dedicato ai Led Zeppelin. Il motivo per cui ne parliamo è presto detto: si tratta di un volume davvero particolare e unico, che raccoglie tutti gli articoli che, nel corso degli anni, lo storico settimanale fondato nel 1968, ha dedicato alla band di Jimmy Page.

Oltre alla fedele riproposizione di quei testi, fatta anche in modo fin troppo dettagliato, dato che si tratta, tecnicamente, di una ristampa anastatica, ci sono due aggiunte molto interessanti. La prima è la testimonianza orale dei componenti della band e di alcuni personaggi, fra cui lo storico manager Peter Grant, che erano parte del cerchio magico degli Zeppelin. Tutto questo materiale è già presente nel ponderoso volume dedicato alla storia orale degli Zeppelin, ma qui la sintesi è curata con sapienza. Questi innesti, poi, sono pensati e proposti a intervalli più o meno regolari, e consentono di conoscere il punto di vista della band sulla narrazione portata avanti dalla critica. È da ricordare che fra band e recensori non è mai corso buon sangue. Anzi. “Ciao 2001”, però, ed è questo il valore delle parti storiche, non è mai stato troppo severo con la band inglese. Infatti, stupisce che ci siano interviste già realizzate nei primi anni ’70. Se vuoi, posso aiutarti anche con altre revisioni!

Molto bello il reportage dalla notte al Vigorelli, con le foto originali, dove emerge chiaro come gli Zeppelin siano rimasti traumatizzati da quanto accaduto. Già nel pezzo successivo, il reportage da un concerto per il debutto del tour di “Led Zeppelin IV”, la band ricordava al corrispondente italiano il trauma vissuto a Milano.

Gli articoli, poi, molto interessanti tra quelli storici, sono gli ultimi, quelli cioè legati alla fine della band, dopo la morte di Bonzo. Sono testi duri, che trasmettono la delusione che, in quel momento, permeava tutti gli amanti degli Zeppelin. Allo stesso tempo, però, emerge chiara anche la consapevolezza che un ciclo si stava chiudendo, come era naturale che fosse. Non si parlava, infatti, di réunion, di sostituzioni o di operazioni posticce. Le band finivano, come era già successo per i Beatles e molte altre realtà minori.

Colpisce, poi, il linguaggio di un giornalismo musicale di 50 anni fa. Ci sono termini oggi desueti, come ‘complesso’ e ‘long play’, per fare degli esempi, lemmi che oggi non vengo più utilizzati. Manca, ovviamente, la componente social e internet, e sembra davvero di leggere testi recuperati in giare sepolte nel deserto. Devo dire che anche solo questo aspetto giustifica l’acquisto dello speciale in questione. 

Infine, il secondo innesto riguarda la storia di ogni singola canzone della band. Presentato come “canzoniere”, è una ricostruzione, ben fatta pur se sintetica, di ogni traccia incisa. Si parla di quelle ufficiali, dei B-side e, non ultimo, di quanto apparso nelle varie ristampe. È un’ottima introduzione, ben fatta e non superficiale, per i novizi, e un sunto non banale per chi si è già nutrito dei molti saggi usciti sull’argomento.

Insomma, un volume che non è un semplice collage di informazioni prese da Wikipedia, ma una miscellanea di testi storici e di dati disponibili, ben organizzati e presentati con ottima cura editoriale. Un vero volume da collezione, da mettere all’inizio del lungo scaffale di bibliografia dedicata ai Led Zeppelin.

Articolo di Luca Cremonesi

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