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Giuseppe Pionca “Il Maroccolario”

Archivio enciclopedico con tutte le produzioni dell’artista nei suoi 43 anni di attività nel campo musicale

C’era bisogno di un libro enciclopedico su Gianni Maroccolo? Soprattutto oggi, nell’epoca di Internet, Wikipedia, Discogos e chi più ne ha più ne metta? La risposta semplice: Sì! Ed è finalmente uscito il 30 aprile “Il Maroccolario – Gianni Maroccolo. Registro audio 1980-2022” (Libri Aparte), dopo lunga attesa, e un pre-order quasi fosse in disco…

E il perché di questo evento è altrettanto semplice. Gianni Maroccolo, bassista, produttore, compositore, fra i più importanti musicisti del nostro paese, componete di band iconiche della musica nazionale e internazionale, si è sempre mosso in modo carsico. Sotterraneo dunque. Per questo motivo, e lo sa bene chi ama la sua musica, chi la colleziona, completista o semplice appassionato che sia, trovare le sue tracce è impresa ardua. Non perché rare, ma perché sono ovunque e sempre dove c’è ottima musica. Certo alcune sono ben visibili, e vado a braccio: Litfiba, CCCP, C.S.I, Marlene Kuntz, Deproducers, Edda. Altre, invece, sono davvero rare e difficili da scovare. Ecco perché il lavoro, durato quattro anni, di Giuseppe Pionca, collezionista, appassionato, esperto, amico di Maroccolo, ha senso, ed è molto prezioso. Qui, in queste 480 pagine enciclopediche, uscite in tre edizioni diverse, c’è tutto – tutto davvero – il Maroccolo che conta e che serve conoscere. Certo, manca il suono, ovvio. Ma per quello si può ovviare anche grazie a questo volume, che ci guida negli acquisti. Per chi avesse in casa, poi, anche il volume di Arcana, ecco, sappia che questo nuovo testo è 10 volte più preciso e dettagliato di quella già ricca monografia. E questo lo si evince già dalle prime pagine del volume. A voi poi il compito di scoprire le altre.

Il Maroccolario, infatti, si legge nella presentazione è un catalogo completo con i dettagli di oltre 1.600 produzioni e 600 schede di collaboratori, organizzato come un archivio enciclopedico da Giuseppe Pionca, esperto e collezionista. Un libro unico. Una lettura vertiginosa. Allo stesso tempo è molto interessante anche la definizione che si dà dell’artista toscano. Gianni Maroccolo (1960) è bassista, tecnico e manipolatore del suono, arrangiatore, divulgatore didattico, compositore, produttore artistico e discografico. Chi lo ha visto e sentito nel tour “Nulla è andato perso” (recuperate cd o vinile, mal che vada c’è su Spotify) sa che questa definizione calca a pennello. Perché in quel contesto era proprio questo che Maroccolo faceva. Così come è accaduto nel live, eseguiti con il contagocce, del progetto “Mephisto Ballad”, con Antonio Aiazzi (la nostra recensione) e, allo stesso modo, all’Arena di Verona per l’omaggio a Battiato. Riconosciuto come instancabile tessitore di relazioni e interprete multiforme della forma sonora contemporanea, è considerato una figura centrale della storia del Rock italiano dal 1980 a oggi, è l’altra bella definizione che viene proposta di Maroccolo. Instancabile tessitore è perfetta direi perché il suo lavoro c’è, si sente (dove mette mano) e, però, allo stesso tempo, lui non si vede quasi mail. Chi ha avuto la possibilità di incontrarlo si è reso conto che davanti aveva un grande artista – un vero gigante – che però non solo è timido, ma è alla mano, alla portata di ogni suo fan. Anzi, quasi è lui in imbarazzo davanti a noi. Insomma, è davvero la quintessenza del bassista che, già per sua natura, è persona schiva.

Dalle interviste uscite in queste settimane, e dedicate alla nuova pubblicazione cartacea, sappiamo che l’archivio privato di Maroccolo è risicato. In casa, insomma, ha poco di quanto ha prodotto e fatto in questi decenni. Io stesso ho sperimentato quanto afferma il bassista. Durante la Pandemia, oltre ad aver prodotto e distribuito gratuitamente un bell’album scritto e composto con Edda, Maroccolo aveva messo, sul suo profilo Facebook, una mail per chi fosse interessato a chiedere suoi lavori da acquistare. Alla gentilezza delle risposte, sempre puntuali e mai in ritardo per più di 24 ore, faceva però da contraltare il fatto che moltissime delle sue opere non erano in suo possesso. E così, da bravo collezionista, non restava che cercare altrove. Ora, questo volume, permetterà di fare nuove compere, purtroppo nel circuito delle rarità. Ma saranno tutti soldi ben spesi. Allo stesso tempo, questo ricchissimo testo consente di avere tante news a portata di mano, molte delle quali lo stesso Maroccolo, confessa sempre in una recente intervista, non ha memoria. Questo per far capire la qualità dello studio eseguito dall’autore.

Maroccolo fa bene a non avere memoria, perché lui è ancora in attività, non è ancora contenibile solo ed esclusivamente in un volume. Dunque, questo “Maroccolario” è lo stato dell’arte al 2022. Il Nostro bassista compositore, infatti, lavora e si occupa di musica, e cioè di farla nascere e, allo stesso tempo, di diffonderla. Per questo, afferma sempre in un’intervista, la lascia libera. Una volta uscita, la musica è di tutti. Non è più mia. Non serve ingabbiarla in un archivio. A noi il compito, semmai, di metterla in ordine. Ed ecco che questo libro diventa necessario.

Il volume è stato messo in vendita con tre edizioni diverse: una standard, con copertina amaranto, e una Limited Edition, con copertina giallo ocra, cofanetto, ma con doppia opzione d’acquisto, per via di gadget diversi. Serve consultare il sito internet della casa editrice per queste stampe particolari.

Per quanto riguarda il contenuto, il volume è di 480 pagine che raccolgono un archivio enciclopedico con tutte le produzioni di Gianni Maroccolo nei suoi primi 43 anni di attività nel campo musicale dai primi demo inediti insieme ai Litfiba (1980) allacclamato album Illusion” di Edda (2022). Tra questi estremi trova spazio una sconfinata miniera di informazioni che spalanca le porte a un archivio vivente di oltre 1.600 voci strutturate ciascuna con una dovizia di dettagli, informazioni e curiosità a margine recuperate attraverso note di copertina, ricordi e testimonianze provenienti direttamente dagli addetti ai lavori che hanno lavorato con Maroccolo. Alle voci riportate in ordine alfabetico, come un vero e proprio dizionario si affianca unappendice con le schede di oltre 350 suoi collaboratori tra cui musicisti, tecnici, artisti, amici. Il libro raccoglie inoltre tre testi di Giuseppe Pionca (curatore), Mirco Salvadori (giornalista di Rockerilla), Fabio Fantini (già a fianco di Maroccolo nel CPI – Consorzio Produttori Indipendenti). Corredato, il tutto, da una lunga ineditaintervista-confessione a Gianni Maroccolonella quale affronta molti temi tra cui: alcuni episodi chiave del suo passato artistico e personale, il suo approccio alla produzione discografica, le influenze, il rapporto con i fan, oltre a riflettere sul futuro della fruizione musicale.

Articolo di Luca Cremonesi

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