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Michele Rossi “Condotti da fragili desideri – Parole e liturgie dei CCCP – Fedeli alla linea”

Questo è il volume che chiude un anno speciale per un gruppo unico che, giustamente, è stato celebrato come si deve

Questo è il libro che mancava. Questo è il testo che serviva. Questo è il volume che chiude un anno speciale per un gruppo unico che, giustamente, è stato celebrato come si deve. Pagine scritte da Michele Rossi, il cui curricula è all’altezza del libro che ha scritto e pubblicato il 3 dicembre 2024 per i tipi di Baldini + Castoldi. “Condotti da fragili desideri – Parole e liturgie dei CCCP – Fedeli alla linea” è il saggio di cui si sentiva il bisogno. Una narrazione ben pensata, ricca, dotta senza essere stucchevole, e soprattutto che aggiunge materiale, informazioni, analisi e aneddoti che non sono alla mercé di tutti.

Il testo segue la storia dei CCCP, il suo sviluppo e la fine, con pagine molto belle che spiegano tanto di questo mistero, raccontando la genesi di 21 canzoni. Vengono toccati tutti gli album – chi più chi meno – oltre a tutti i grandi temi che la band, negli anni di attività, ha messo sul campo. A tutto questo si aggiunge la cura maniacale dei dettagli, con materiale che è stato prodotto nel corso di questo 2024. Insomma, Rossi non solo dimostra di conoscere bene la materia, ma anche di essere sempre aggiornato, e di saper inserire in una più ampia narrazione anche il materiale di recente produzione.

Il risultato è un libro masticato, ruminato, digerito che ha permesso di far assimilare bene tutto la vicenda. Ne deriva una lettura piacevole, che colma buchi, approfondisce e arricchisce, e consente di aggiungere informazioni e dettagli. L’opera che mancava, e che rende giustizia alla materia, e che rafforza una questione che aleggia in molti fans, è la seguente: perché a Reggio Emilia, e a Berlino, sul palco con i CCCP, non c’è stato spazio per Rossi? Il mistero resta aperto, e potrebbe essere, un domani, in caso di ristampa, l’appendice che manca.

Nel dettaglio, dopo una bella introduzione, con tanto di nota, molto sintetica (e ricicciata da altro materiale) dello stesso Giovanni Lindo Ferretti, cantante e fondatore del gruppo, si parte con l’analisi delle 21 canzoni, in rigoroso ordine cronologico di album e, in alcuni casi, di scrittura. Da “Live in Pankow”, brano che è stato posto in apertura anche del live riscoperto nel 2024, fino ad “Annarella”, ultima canzone della vita del CCCP, e brano che li ha visti tornare live, a Reggio Emilia, in occasione del Gran Galà Punkettone (il nostro report). Spazio anche per un bis, e cioè “Sexy Soviet”, canzone riapparsa nel disco live del 1983, album recuperato in occasione della mostra “Felicitazioni!!!” di Reggio Emilia (per essere pignolo ed egoista, avrei preferito scoprire qualcosa di più su “Onde”, e “Oi Oi Oi”, ma va bene così…).

Ogni canzone viene analizzata nella sua genesi, contestualizzando il tutto all’interno della storia del gruppo, delle vicende dei singoli componenti della band, e dei contenuti che la ispirano, senza dimenticare – ed è uno degli aspetti più interessanti del libro – la macro e micro storia nelle quali questi brani sono nati. Si passa poi a una rigorosa analisi del testo, con note attente e minuziose su versi, termini, rimandi e citazioni. Questa sezione è davvero piacevole, perché si scoprono cose note, ma più approfondite, e cose molto meno note. Alcuni esempi, per stimolare la curiosità: “Consuma”, parola che pensiamo di sapere, ma che in “Morire” ha un valore e significato particolare; “I cani abbaiano” di “Maciste contro tutti”; “Gira” in “Mi ami”; “Tuwat” in “Emilia paranoica”. Senza dimenticare ottime digressioni su Dostoevskij, Majakovskij, Berlino, Mao, la Russia, la storia d’Italia e dell’Europa, e molto altro. Insomma, non si legge solo un libro di critica musicale, ma un ibrido che sa fondere bene insieme cultura popolare e studio accademico.

Il testo che mancava; un saggio che può diventare un punto di partenza sia per chi vuole conoscere, ma anche per chi già sa, e cerca nuove direzioni di lettura. Fra i pregi delle pagine di Rossi c’è quello di scartavetrare convinzioni, di scarificare informazioni assorbite e cementate in anni di silenzio su un gruppo che è stato, a tutti gli effetti, anche un’importante esperienza artistica, Questo volume ha ben chiaro questa prospettiva, la inquadra all’interno di un contesto storico culturale, la mette in contatto con un mondo – quello dei anni ’80 e del pre-crollo del Muro – che Rossi dimostra di conoscere bene, e con cognizione di causa. Il tutto condito con riferimenti mai banali, e senza ricorrere all’eccessivo citazionismo dei protagonisti di questa storia. Lo ripeto ancora una volta: questo è il libro che mancava. Questo è il testo che serviva. Questo è il volume che chiude un anno speciale per un gruppo unico che, giustamente, è stato celebrato come si deve. Anche da questo bel saggio.

Articolo di Luca Cremonesi

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