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Rosanna Costantino “Linkin Park – Under My Skin”

Terzo tassello del lavoro che Costantino ha dedicato alla band statunitense che il prossimo 24 giugno sarà in concerto a Milano

Nuovo volume per Rosanna Costantino, giornalista e laureata in Lettere Moderne, dedicato al mondo dei Linkin Park. “Linkin Park – Under My Skin Testi commentati”, uscito il 31 gennaio per Arcana Editore (22 euro), è infatti il terzo tassello del lavoro che Costantino ha dedicato alla band statunitense che il prossimo 24 giugno sarà in concerto a Milano.

Il particolare climax dell’autrice, una vera e propria auctoritas in materia, arriva dunque a compimento. Costantino infatti ha già pubblicato “Road To Revolution: Viaggio nelle emozioni dei Linkin Park” e la bella monografia “In The End: Una biografia non ufficiale di Chester Bennington”. Ora, con questo nuovo volume, chiude il cerchio di quella che è stata la storia della band, almeno fino al nuovo inizio, rappresentano da quel “From Zero”, ottavo album in studio dei Linkin Park, pubblicato il 15 novembre 2024 dalla Warner e Machine Shop, primo lavoro dopo la morte del cantante Chester Charles Bennington, scomparso il 20 luglio 2017.

Il testo è un’ottima guida fra gli album della band, dal primo ep “Hybrid Theory”, fino all’ultimo lavoro “From Zero”, del quale Costantino racconta la genesi, senza entrare troppo nel dettaglio, ed è giusto così, dato che si è scritto e detto comunque molto in questo periodo. In fin dei conti, poi, il volume presuppone che chi lo compra sia appassionato della band, dato che ci sono tutti i testi commentati e contestualizzati, lavoro pregevole e necessario, in epoca di musica liquida, da parte dell’autrice.

Nelle prime pagine del volume, l’autrice infatti si concentra di più sulla genesi dei primi lavori, con aneddoti e racconti che sono utili a far capire come gli inizi non siano stati facili. Certo, una volta che la macchina si è messa in moto, la band ha spesso bruciato tante tappe, ma di fatto avviare questo mondo sonoro non è stato semplice. Molto interessanti, dunque, le prime 20 pagine, anche se ovviamente sono una sintesi di quanto già ben raccontato negli altri due volumi (che consiglio di leggere, e di avere in casa), come d’altronde le descrizioni di come sono nati i primi lavori, le prime canzoni, e le collaborazioni fra gli elementi della band.

Emerge chiaro che i Linkin Park, da subito, ha capito che il mondo della musica stava cambiando. Non bastavano gli album e i tour, serviva anche la promozione, che passava, a inizio anni 2000, dai games, dalle colonne sonore, dai remix e da tutto quello che era ancora comunque legato al mondo della produzione musicale. Da questo punto di vista Costantino fa un ottimo lavoro perché, fra le righe, emerge chiaro il contrasto con quanto accade oggi. Meno male che la gavetta, per così dire, la band l’ha fatta, cosa che ha permesso oggi un ritorno libero da ‘cosa da fare’ che l’industria musicale avrebbe messo in cantiere, soprattutto con una presenza femminile sul palco.

Altra parte molto interessante del volume è quella degli ultimi capitoli, e cioè quelli dedicati ai lavori dei Grey Daze e dei Dead By Sunrise, band che hanno visto protagonista Chester Bennington. Costantino continua anche qui il già ottimo lavoro fatto nella monografia dedicata al cantante, e fa ben emergere come Bennington fosse un ottimo professionista, capace di portare avanti progetti su vari fronti, alcuni dei quali poi con finalità diverse da quelle del mero arricchimento personale. Chiude il volume il racconto del lavoro da solista di Mike Shinoda.

Nel complesso questo è davvero un bel libro, ben fatto, ben curato, con tante attenzioni. Ottimo, per esempio, il capitolo che contestualizza “A Thousand Suns”, album particolare, che Costantino rivaluta con grande sapienza, e non con lo sguardo da fan. Stessa cosa per “Living Things”, analizzato per quello che è stato, senza nessuna necessità di ricorrere a paragoni stucchevoli. Anche quando c’è da toccare le pietre miliari, come nel caso dei classici “Hybrid Theory” e “Meteora”, Costantino mantiene quella distanza che Italo Calvino, nelle “Lezioni Americane”, diceva essere uno strumento necessario per guardare, analizzare e scoprire il mondo che ci circonda. Non a caso, la distanza era uno dei valori da portare nel nuovo Millennio, e Costantino, analizzando questi due album fondanti e generativi, li analizza, in modo asettico, nel loro prodursi magmatico. Una lezione di stile, soprattutto nel mondo della critica dove, spesso, l’esser fan trascende il ruolo di osservatore privilegiato.

Un bel volume, di 400 pagine, ricco di informazioni, e da avere sotto mano per essere guidati, con sapienza e saggezza, ed esperienza, in uno dei mondi musicali più originali degli ultimi 25 anni. Il tutto, prima di vedere dal vivo la nuova fase della band, una ripartenza che, almeno in studio, ha saputo non tradire, e portare avanti una storia che rischiava di essere consegnata agli annali.

Articolo di Luca Cremonesi

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