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Go Down Fest live Monza Brianza

Vent’anni di storia, fatti di impegno, passione, complicità  e libertà artistica


La Go Down Records, etichetta discografica italiana indipendente fondata nel 2003, festeggia il traguardo dei suoi vent’anni di attività con venti concerti in tutta Italia e qualcuno anche in locali europei;  protagoniste le band storiche della label, le nuove leve e alcuni ospiti internazionali. Ho avuto il piacere di partecipare alla terza di queste date, svoltasi il giorno 8 aprile al leggendario  Bloom di Mezzago in provincia di Monza Brianza. I fondatori Max Ear, batterista, e Leonardo Cola, iniziano appunto nel 2003 col promuovere band emergenti nella scena stoner, rock’n’roll e garage, che all’epoca non hanno un granché spazio nel panorama musicale italiano.

In vent’anni di storia, fatti di impegno, passione incrollabile, complicità  e libertà artistica, questa etichetta ha pubblicato circa duecento titoli,  ampliando la proposta a generi come il Metal, il Punk, il Prog, il Blues, la Psichedelia, in tutte le loro sfaccettature e sottogeneri, sempre e comunque lasciando agli artisti la più totale libertà di espressione. Uno dei fiori all’occhiello di questa label, che la fa spiccare,  è la scelta di pubblicare anche su vinile, una passione che è sempre stata forte e presente in casa Go Down, per la sua bellezza, per la sua storia gloriosa e ovviamente per il valore aggiunto che dona al suono. Era molto bello vedere, in area merch, LP con le loro copertine colorate e in versioni assortite, una gioia per appassionati e collezionisti.

L’obiettivo di Go Down Records non si ferma certo alla produzione e diffusione dei propri dischi in tutto il mondo, ma contempla l’organizzazione di concerti live per tutti i suoi artisti, perché il palco resta comunque la dimensione più importante per il ” fare e vivere la musica”. La sensazione di ” vivere la musica ” si respira non appena si varcano le soglie del Bloom; il fatto di essere alla vigilia di Pasqua forse non lo farà riempire fino alla capienza massima, ma tra tutti quelli presenti alla serata si percepisce chiaramente la passione e il desiderio di ascoltare musica fatta bene, i fan aspettano che si apra la sala concerti davanti ad un buona birra, scambiando quattro chiacchiere e sostando davanti l’area merch.

One Horse Band

Le quattro band che stanno per esibirsi sono una vera garanzia di casa Go Down: si inizia, puntuali, con One Horse Band: creatura mitologica metà uomo e metà cavallo che rappresenta, direi, il lato selvaggio e quello fragile dell’essere umano,  definita la one man band più rumorosa del pianeta, ha registrato il suo primo full lenght “Let’s Gallop!” nel 2017, intraprendendo numerosi tour in Italia ed Europa col suo personalissimo Alternative Rock cosparso qua e là di una tipica rabbia post punk. Non penso che succeda spesso di fotografare un purosangue che ti sorride dal palco mentre suona i suoi strumenti: vederlo arrivare dal backstage solleva applausi entusiasti dei presenti. Saremo tutti piacevolmente colpiti dalla presenza scenica di questo artista, dalla grande passione con cui si esprime e dall’orecchiabilità dei suoi brani. Ci presenta il suo nuovo album “Useless Propaganda” (la nostra recensione) che è uscito proprio il giorno prima, il 7 aprile, e rappresenta una nuova tappa evolutiva della One Horse Band, che ridefinisce in chiave più matura la sua crudezza: i testi sono molto personali, e ci trasmettono disperatamente una sorta di rabbia rivolta all’era moderna in cui viviamo.

The Sade

I secondi a salire sul palco sono i The Sade, talentuoso power trio italiano nato nel 2008, con il loro nuovo “Nocturna”: figlio della pandemia,  con atmosfere profondamente dark wave e goth, un album profondo, tenebroso,  cupo,  esaltante, di quelli che ti insinuano dentro per non lasciarti tanto facilmente , un album che sicuramente va ad arricchire il vasto panorama goth abbracciando temi che in altre situazioni vengono appena accennati. Emblematico il gallo nero in copertina, dai molteplici significati, un rimando al medioevo come periodo buio, un po’ come quello che stiamo vivendo ora; buio come quello in sala, nero come l’abbigliamento degli artisti che non hanno paura di premere sull’acceleratore quando serve.

Giöbia

Si presenta invece in un’atmosfera caleidoscopica e suggestiva la terza band, i Giöbia, che prendono il loro nome da un’antica festa precristiana del Nord Italia. Quartetto dalle molteplici sfaccettature, impossibili ahimè da immortalare, immersi come sono dai fumi del palco, ci accompagnano nel potere suggestivo dello Space Rock, con sofisticati arrangiamenti, tastiere sintetiche, un dolce delirio in cui tutti i presenti si immergono, il tutto evidenziato da giochi di luce che sfrecciano e brillano come stelle nel cosmo dalle infinite prospettive. Un viaggio spaziale degno di nota, mi spiace non aver avuto la possibilità di fare qualche buon scatto a questa band che ha raccolto molto apprezzamento tra il pubblico.

AliX

Attesissima e accolta con calore la quarta band, gli AliX: il gruppo stoner/ garage/ psych blues porta sul palco del Bloom il nuovo lavoro “Last Dreamer” (la nostra recensione), uscito a distanza di quattordici anni da “Good One”. Artisti esperti, nascono a Bologna nel 1997 e hanno alle spalle molte esperienze notevoli, come ad esempio la vittoria della prima edizione di RockrEvolution nel 2000, nonché la partecipazione all’Heineken Jammin’ Festival di Imola, in apertura ai Rage Against The Machine, Guano Apes, Muse e Primal Scream : non scherzano assolutamente questi ragazzi. Il 2003 li vede partire per un lungo tour europeo con gli scandinavi Dozer e Pawnshop, l’anno successivo saranno invece in tour con i The Hidden Hand, e successivamente con altre band della scena heavy/ stoner americana.

AliX

Seguono nuovamente tour europei su palchi prestigiosi e festival aprendo per tanti altri gruppi; sognatori indomiti, i nostri quattro vivono là dove il Rock si spinge ai confini del Blues psichedelico. I testi passano dall’ impegno sociale alle riflessioni quotidiane nei rapporti interpersonali; il loro è un concerto tutta grinta e muscoli, melodia e sensualità, e sono loro a scaldare davvero gli animi stasera, loro che fanno saltare i fan davanti al palco, sulle note di “Anymore”, graffiante e animata, mentre altri alle mie spalle ballano e gridano il loro affetto ad Alice, carismatica frontwoman, e alla sua band. “Ride Your Light ” è una coloratissima cavalcata caratterizzata da un refrain ipnotico che delizia il pubblico, e nel complesso tutto il live è magnetico, esplosivo, profondamente coinvolgente.

AliX

L’ora tarda impone una modifica alla scaletta, ma gli AliX concludono con un’ovazione meritatissima, seguita da strette di mano, abbracci e complimenti da chi li segue da tempo e da chi, come me, li conosce per la prima volta: vi consiglio vivamente di assistere a un loro live, provare per credere, non fateveli scappare!

AliX

Il Go Down Fest 2023 prosegue con tante nuove, entusiasmanti date in giro per l’Italia: fateci un pensiero, se dovesse capitare anche dalle vostre parti, e andate a conoscere questi artisti pieni di passione e talento, ascoltate i loro lavori, parlate con loro e lasciatevi accompagnare nel loro mondo colorato, ne vale assolutamente la pena.

Articolo e foto di Simona Isonni

AliX

Set list One Horse Band
Killing Floor
Hello Charlie
Spoonful (W.Dixon cover)
It’s A Gimmick
I Sing
Dirty Leaves On The Ground
Supersonic
A Little More

Set list The Sade
Sinner
No Mercy
End Of Time
Nycrophilia
Afterdeath
Guilty
The Last Day On Earth
Long Live Death
Deaf Love
Black Demon

Set list AliX
Sweet
Solid
I’ll Be Gone
Anymore
Last Dreamer
Spirit
Crash
Why Don’t You
Good One
Run
Ride Your Light
Out













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