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Dirty Honey “Can’t Find The Brakes”

La band ci scuote e ci accarezza con una selezione di Rock di alta fattura scritto e suonato con il cuore

In uscita il 3 novembre su Dirt Records, “Can’t Find The Brakes” è il nuovo album dei californiani Dirty Honey, il loro secondo full lenght a due anni di distanza dall’omonimo album di debutto (la nostra recensione) e il primo con il nuovo batterista Jaydon Bean. La band stavolta è riuscita a riunirsi in presenza con il loro produttore Nick DiDia, a differenza del precedente lavoro registrato a distanza per via della pandemia. Ad aprile di questo anno infatti la band si è recata in Australia nello studio di proprietà del produttore, e la fisicità e il confronto condivisi in studio possono forse non essere il motivo principale ma hanno sicuramente contribuito a far sì che “Can’t Find The Brakes” registri decisamente qualche punto in più rispetto al pur ottimo album di debutto.

Cominciamo col dire che, se nel 2023 esiste una dignità nel Classic Hard Rock e sappiamo che esiste e se si può godere di album dichiaratamente ispirati a lavori prodotti in un decennio oramai lontano 50 anni, senza aver paura che suonino come patetici tributi a un suono oramai datato, questo lo dobbiamo anche a gruppi come i Dirty Honey. “Can’t Find The brakes” trasuda dell’amore e della reverenza verso una scuola del Rock che i Dirty Honey hanno cominciato a frequentare molto presto, incamerando ogni insegnamento nell’attesa di produrre una loro versione di quel verbo, del quale diventare loro stessi predicatori.

Dall’iniziale quadrata e intrigante “Don’t Put Out The Fire” fino al morbido finale di “You Make It All Right” la band ci scuote e ci accarezza con una selezione di Rock di alta fattura scritto e suonato con il cuore. Difficile rimanere indifferenti allo sporco e aggressivo Funk Rock di “Won’t Take Me Alive”, già singolo assieme alla trascinate title track, o al solido mid-tempo di “Dirty Mind” oppure alla eterea “Coming Home (Ballad Of The Shire)”.

Il lavoro della band convince a ogni livello e si dimostra ben bilanciato fra Hard Rock spruzzato di Blues e Funk e momenti più pacati dove la band si mette a nudo, come su “Roam”, brano con una grande prestazione vocale di Marc LaBelle, ed è qui che si ha la netta sensazione che quello che si sta ascoltando non è non solo un bel disco rock ma anche una bella fetta dell’anima di questi ragazzi.

Ovviamente stiamo parlando di un genere derivativo che, come altri, può trovare detrattori a ogni angolo, gli stessi che magari applaudono, giustamente, al nuovo lavoro di una band di ottantenni, beh ricordiamoci che, se siamo ancora affamati di Rock’n’Roll, di questo Rock’n’Roll e gli ultimi grandi celebrati ristoranti stanno oramai per chiudere definitivamente, saranno solo queste nuove realtà emergenti a saziare il nostro appetito.

A questo punto non vediamo l’ora di sapere se il tour, al momento in corso negli States, toccherà di nuovo l’Europa e l’Italia; le due precedenti incursioni (i nostri report a Milano e a Pistoia) ci hanno lasciato la necessità di vederli ancora e ancora: i loro live sono esplosivi!

Articolo di Andrea Bartolini

Track list “Cant Find The Brakes”

  1. Don’t Put Out The Fire
  2. Won’t Take Me Alive
  3. Dirty Mind
  4. Get A Little High
  5. Roam
  6. Coming Home (Ballad Of The Shire)
  7. Can’t Find The Brakes
  8. Satisfied
  9. Ride On
  10. You Make It All Right

Line up Dirty Honey: Marc La Belle Vocals / John Notto Guitars / Justin Smolian Bass / Jaydon Bean Drums

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