Dopo cinque anni, Ginevra Di Marco torna in sala d’incisione per “Kaleidoscope”, un lavoro nato a seguito di un’importante campagna di crowdfunding, modalità con la quale l’artista ha già prodotto alcuni dei suoi ultimi progetti. Al suo fianco, il marito e compagno d’arte Francesco Magnelli (entrambi ex C.S.I.), e Andrea Salvadori, musicista raffinato che da anni collabora stabilmente con i progetti della cantautrice.
“Kaleidoscope” è un lavoro di piena maturità che conferma un fatto: oggi più che mai si fanno album quando si ha davvero qualcosa da dire. Questo nuovo lavoro, che arriva dopo cinque anni dal precedente disco, opera dedicata a Luigi Tenco, conferma poi altri due fatti. Il primo, che Di Marco è nel pieno della sua maturità artistica. Per chi la segue con attenzione, come il sottoscritto, ulteriori conferme non servivano, ma trovarle in queste 13 nuove proposte (a cui si aggiunge una traccia fantasma) fa davvero piacere, anche perché “Kaleidoscope” è un lavoro che nasce per valorizzare la parola significante, e con essa il ruolo decisivo della musica. Il secondo fatto, che si incastra con quanto sin qui detto, è che Di Marco prosegue il lavoro intrapreso in dischi come “Stazioni lunari” (2006), “Donna Ginevra” (2009) e “Canti, richiami d’amore” (2011). Il disco è dunque la sintesi di proposte portate nei live in questi anni, come ad esempio “Canzone arrabbiata” e “Ballata per Margherita”, ma anche dell’amore per il mondo della musica, inteso in senso letterale del termine, oltre che del passato importante che ha caratterizzato la carriera sia di Di Marco che di Magnelli.
In quest’ultimo caso, due presenze sono molto importanti e significative in questo nuovo lavoro. Si tratta di Giovanni Lindo Ferretti, voce in “Tramonto d’Africa”, canzone che arriva da “Per Grazia Ricevuta” (2002), primo album dell’omonimo progetto musicale nato dalle ceneri ardenti dei C.S.I.; e di Gianni Maroccolo (anche lui ex C.S.I. ed ex PGR), basso in “Ballata per Margherita”, testo di Di Marco, canzone che ricorda l’astrofisica Margherita Hack, che per molti anni ha lavorato con Magnelli, Di Marco e Salvadori. Il commento è presto fatto. Se non vogliamo dire come stanno le cose, cioè usare la parola reunion, atteniamoci ai fatti. In “Tramonto d’Africa” accade quello che non accadeva nella versione originale, cioè che la parte del ritornello rappresenta di fatto la rinascita del sound dei PGR, ma con una spiccata attinenza al suono dei C.S.I. (anche se con un mood meno tagliente), e con “Forma e sostanza” che riecheggia in lontananza, soprattutto nel ritornello. Un arrangiamento splendido, che profuma di reggae, ma anche di free jazz, nella parte iniziale e in quella finale, grazie ad uno splendido sax, oltre a varie contaminazioni. La sintesi, insomma, di un perfetto magma creativo che regale un Ferretti molto più ispirato qui che, duole dirlo, nelle ultime date del tour di reunion dei CCCP. Che questa ‘piccola’ magia faccia nascere il miracolo che tutti attendiamo? Staremo a vedere, per adesso godiamoci questa meravigliosa sintonia tra tre dei sei membri dei C.S.I. (e lo faccio ancora notare, per essere fastidioso, che si usa il termine reunion per molti meno componenti rispetto ad altri gruppi che tornano sul palco…).
“Ballata per Margherita” ci regala una Di Marco altrettanto ispirata, sia nel canto che nella scrittura di questo testo. Chi ha ascoltato dal vivo il pezzo in questione non l’ha mai udito così raffinato, perfetto e carico di pathos. Maroccolo, con le sue manipolazioni sonore, aggiunge valore a un testo che Di Marco distilla da un vissuto molto importante e significativo. Magnelli distilla note intense. Anche in questo caso si tratta di una seconda reunion, o meglio ancora, di una reunion nella reunion, perché qui c’è il profumo dei PGR e, per certi versi, dei Beau Geste. Canzone arrabbiata”, con testo di Lina Wertmüller e musica di Nino Rota, è la piena conferma della qualità vocale di Di Marco. Un’interpretazione che, in pochi minuti, condensa tutto l’omaggio fatto, nel 2017, a Mercedes Sosa. “Auguri”, testo di Di Marco con Arminio e Salvadori, contiene uno dei momenti più belli di fraseggio tra il pianoforte di Magnelli e la voce della compagna (l’altro è nel pezzo “Apparente”).
Il disco, poi, consente di viaggiare nel Mediterraneo, con canzoni tradizionali, suoni e musiche che arrivano dal Sud, dall’Oriente e dai Paesi che guardano all’Europa con speranza. Un viaggio che rovescia un modo di fare musica, quello attuale, dove l’appiattimento stilistico e delle tematiche trattate è dominante. “La rivolta delle parole” e “Apparente” sono di fatto i fari che tracciano alcune delle rotte in questo mare sonoro ricco di esperienze. Un lavoro che non si trasforma in un’Odissea, perché qui sappiamo da dove partiamo, come nel classico della letteratura greca, e capiamo bene, se vogliamo ascoltare senza cera nelle orecchie, dove arrivare. La musica e la parola sono un connubio che deve tornare a dialogare in chiave maggioritaria. Non si può più abdicare, come accade ormai quotidianamente. Serve capire che la realtà non complotta mai, che il mondo è fatto di uomini e donne che cercano spazi dove vivere la loro esistenza, e che le culture sono inevitabilmente destinate al contatto, al mescolamento e al rimescolamento.
Di tutto questo canta Ginevra Di Marco, e lo fa con una grazia che è di poche interpreti in Italia, e allo stesso tempo con una maturità artistica, e vocale, che è stata tutta conquistata sul campo, concerto dopo concerto, progetto dopo progetto. Nessuna scorciatoia, semmai strade in salita che hanno però portato non tanto a direzioni ostinate e contrarie, ma piuttosto a strade proprie e coerenti. Un disco che conferma l’alta qualità artistica di Di Marco, ma anche quella di un gruppo di musicisti e pensatori musicali che, nel tempo, non sono affatto invecchiati. La loro presenza, anche se solo in camei e risonanze, è una garanzia per tutti noi, e per la stessa qualità musicale italiana. Un ottimo album, davvero.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “Kaleidoscope”
- Ansia y dolor
- Canzone arrabbiata
- Auguri
- Tramonto d’Africa
- La rivolta delle parole
- Fra Massune e Giacubbine
- Rosa canta e cunta
- Ballata per Margherita
- Ana-Genesis
- Lamma Bada Yatathanna
- Io sarò al tuo fianco
- Il coraggio di essere fragili
- Apparente
- L’etranger
Line up Ginevra Di Marco: voce / Francesco Magnelli: pianoforte e magnellophoni / Andrea Salvadori: chitarra, tzouras, armonio indiano e orchestrazione / Gabriele Pozzolini: percussioni / Pino Gulli: batteria / Gianni Maroccolo: basso / Giovanni Lindo Ferretti: voce / Luca Ragazzo: batteria / Vieri Bugli: violino / Marzio Del Testa: batteria / Emanuele Bultrini: chitarra / Ziad Trabelsi: w’tar / Max Gazzè: basso.
Ginevra Di Marco online:
Instagram https://www.instagram.com/ginevradimarco_official/