Per il cantautore indie folk australiano Harrison Storm, il suo primo album “Wonder, Won’t You?” pubblicato su Nettwerk Music Group il 12 gennaio, rappresenta un meraviglioso viaggio introspettivo nelle fessure più profonde del suo cuore e della sua mente. Nato a Mornington e cresciuto in una famiglia di musicisti, Harrison Storm ha trascorso i suoi primi anni immergendosi nei suoni dei Beatles e di Neil Young. Crescendo in un ambiente traboccante di mascolinità tossica, il giovane cantautore ascoltava artisti come Angus Stone, Jeff Buckley, City and Colour per sentirsi meno solo. Quei musicisti hanno ispirato Harrison Storm a perseguire la propria carriera musicale e nel 2015 è sceso in strada con la sua chitarra per guadagnare abbastanza soldi per finanziare il suo ep di debutto “Sense of Home”.
Dopo cinque ep e 350 milioni di streaming è difficile classificare “Wonder, Won’t You?” come un album di debutto. Harrison Storm, noto per la voce emotiva, per i testi introspettivi e i dolci arpeggi di chitarra, con il suo primo full lenght vuole descriverci cosa rappresenti per lui la musica: una valvola di sfogo, una forma di terapia che aiuta a liberare emozioni che, diversamente, non saprebbe esprimere. Queste canzoni lo hanno aiutato a superare le sue difficoltà e ora spera che aiutino gli altri a fare lo stesso. “Wonder, Won’t You?” non trattiene niente.
Nel primo brano “Warm A Cold Heart”, il cantautore australiano fa i conti con il suo percorso personale per accettare e combattere l’ansia mentre “Daylight Sun” rimanda all’amicizia e all’aiuto reciproco dato nei momenti di difficoltà. “Tomorrow” riflette su come l’amore funga da ancora nel caos travolgente della società odierna mentre “In Good Time” è un nostalgico sogno a occhi aperti per perdonare il passato e correre verso il futuro. Uno dei momenti più riflessivi del disco arriva con “Stone”, quando Harrison Storm, accettando che alcune amicizie si perdono durante un percorso di crescita e cambiamento, impara a stare ben con la solitudine, non negativa ma bensì fonte di riflessione.
“Wonder, Won’t You?” risulta un buon lavoro. È indiscutibile come i brani siano armonicamente complessi, arrangiati e registrati alla perfezione. Guardando all’odierna scena indie-folk, riferendomi soprattutto agli ultimi album di Grian Chatten e Sufjan Steven, l’album di Storm risulta un lavoro tradizionale. I due cantautori, nei loro nuovi album usciti lo scorso anno, sono riusciti a fondere i classici suoni del Folk con l’Elettronica, dando vita a una nuova wave nella scena del cantautorato, mentre Harrison Storm ha scelto di restare fedele alle sue radici.
Articolo di Ambra Nardi
Track list “Wonder, Won’t You?”
- Warm A Cold Heart
- Stone
- My Way Home
- Daylight Sun
- In Good Time
- This Love
- Life Ain’t Ordinary
- The Wind And The Wild
- Tomorrow
Harrison Storm online:
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