Ci sono musicisti che sembrano spuntare dal passato, in cui alberga il suono degli anni in cui il Rock era ancora mescolato al Blues e ne esaltava l’anima. Questo lo troviamo indubbiamente in “Simone Galassi”, l’album dell’omonimo chitarrista modenese; album di esordio, uscito il 19 settembre, autoprodotto in collaborazione con Carlo Poddighe, che ne ha curato la registrazione e la produzione.
È un album che riassume 30 anni di musica, 30 anni di carriera concertistica in cui Simone ha sviluppato un suo stile rimanendo fedele ai grandi chitarristi rock-blues del passato, in particolare possiamo sentire nella solidità del suo suino, nei riff al fulmicotone, nella grande energia l’anima di Rory Gallagher. Ho ascoltato questo album la prima volta camminando nei boschi delle Dolomiti e sono rimasto catturato dalla potenza del suono, un suono che ci rimanda all’inizio degli anni ’70. Un misto di Rock, Blues, Funk in cui la chitarra ha sicuramente una parte predominante, che viene impreziosita dalla base ritmica e dalle tastiere, specie l’Hammond di Carlo Poddighe, eccezionale polistrumentista che ha saputo esaltare la bravura tecnica di Galassi contribuendo a creare un album che mantiene l’ascoltatore in tensione fino alla fine.

Nonostante il nucleo del lavoro sia evidentemente basato sulla matrice rock-blues, “Simone Galassi” non è certamente un album monotematico. Accanto a brani come “This Chains” e “I Have to Tell you”, che hanno un sapore decisamente “tradizionale”, troviamo “95”, dove le influenze funk si sentono con decisione e ci spediscono direttamente negli anni ’70. Qui il basso e la batteria di Carlo Poddighe formano una base solidissima dove Simone Galassi può fare volare la sua chitarra giocando col pedale Wah.
C’è spazio anche per lo struggente Blues lento di “Since you’re gone”, che riprende il tema classico dell’amore finito. L’hammond qui contribuisce a legare tutti i suoni e a costruire dei lampi di rabbia nell’atmosfera di tristezza che permea tutto il brano. Verso la fine troviamo anche una ballata che inizia con un fraseggio di chitarra molto “Hendrixiano”; “Shooting Stars” è davvero un brano che ti apre la mente e ti spinge a sognare spazi aperti.
L’album chiude con Hazy Nights, forse il brano più moderno dell’album; moderno in quanto lancia l’ascoltatore in un’atmosfera decisamente “grunge” fatta di chitarre distorte e anche una voce che si fa sporca e roca. “Simone Galassi” è un album molto interessante che si ascolta con la speranza che l’artista ci possa regalare in futuro altre emozioni come queste, di cui la musica italiana ha decisamente bisogno.
Articolo di Flavio Giuseppe Businelli
Track List “Simone Galassi”
- This Chains
- I Have to Tell You
- Lead
- I’ll Never
- 95
- In Your Eyes
- Since You’re Gone
- Damnation
- Shooting Stars
- Hazy Nights
Line up: Simone Galassi voce e chitarre / Carlo Poddighe batteria, basso, pianoforte, organoHammond, piano Wurtlizer, Clavinet, cori
Simone Galassi online:
Instagram: https://www.instagram.com/simoplays
Web: https://www.simoplay.it/
YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCcuVDUP6Ss-EDWnQHJCzYig
