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Maurizio Solieri

Maurizio Solieri “Questa sera Rock’n’Roll – La mia vita tra un assolo e un sogno”

Nuova edizione aggiornata con quattro capitoli inediti e un rinnovato inserto fotografico

Il volume, uscito il 2 maggio 2022, è la riedizione del libro dato alle stampe per Rizzoli il 29 settembre del 2010. La prima stampa era maneggevole, con copertina cartonata e Vasco con il “suo” Solieri in bella mostra. Un’immagine presa dai tre live a San Siro del 2003, splendidi. Questa nuova uscita, invece, vede in copertina Solieri in bianco e nero, con chitarra ben in evidenza. La scelta è azzeccata perché Maurizio Solieri è senza dubbio legato a Vasco Rossi (e come potrebbe essere diversamente?) ma è anche uomo, e musicista, con la sua ben precisa identità e storia. Questa copertina, dunque, rende giustizia a una storia, la sua personale. Una vicenda, quella di Solieri, che fa capire molto, se si legge fra le righe, e cioè che la musica, a certi livelli, è un lavoro e va fatto bene, con attenzione e professionalità. Allo stesso tempo, come accade in tutti i lavori, ci sono alti e bassi, e cioè paradiso e inferno. Tradotto, assunzioni e gioia per la partecipazione al progetto, e saluti e (pochi) baci quando i sodalizi finiscono. La musica, a certi livelli, non è un gioco. La vita da rocker è vera, e ci mancherebbe che venissimo privati anche di questo mito, ma è pure tanto lavoro che deve essere ben fatto se deve diventare ciò di cui si campa.

La riedizione fresca di stampa vede sempre al fianco di Solieri il giornalista Massimo Poggini, ma cambiano alcuni elementi. L’editore non è più Rizzoli, ma Vololibero, e l’inserto fotografico è stato rifatto e, oltre a nuovi scatti, è pensato e proposto in stile fanzine. La vera novità, però, sono i quattro capitoli aggiunti rispetto all’edizione del 2010. Non molte pagine per la verità, ma sono quelle che tutti i fans di Vasco e di Solieri si aspettavano. Il perché è presto detto: i due, come è noto, hanno rotto i rapporti nel 2013, a seguito della ripresa del tour di “Vivere o Niente” e della malattia del rocker di Zocca. Un sodalizio che, dal 1994 quando si era ristabilizzato, appariva solido e destinato a durare in eterno: alle chitarre, per intenderci, il bellissimo e abbronzatissimo Maurizio Solieri, il Tutankhamon delle sei corde affiancato da Stef Burns. Dualismo – per chi scrive – perfetto fatto di rock duro e melodia. Poi tutto è cambiato, quasi all’improvviso per i fan. Invece c’è una storia che, come sempre, circola sui blog, tra i fans amici di… nelle voci di chi conosce Tizio, Caio, Sempronio e persino Mevio… E così, come insegnano gli antropologi, si generano le leggende, i miti e la voce corre, di orecchio in orecchio, come nel gioco del telefono senza fili e la verità cresce, si modifica e diventa altro. Il tutto per alimentare dualismo che, nella cultura italiota, non deve mai mancare, oltre alle fazioni opposte e al tifo da stadio.

Che la versione di Solieri sia la verità di Solieri e, soprattutto, la verità che si può scrivere su un libro è chiaro per definizione. Qualsiasi biografia, in quanto racconto, è una storia e tutte le storie, fin dai tempi di Omero, sono tendenti alla realtà. Umberto Eco, in un saggio memorabile (“Storie delle terre e dei luoghi immaginari”, Bompiani), ricorda che solo la letteratura – e quindi il raccontare storie – può dire la verità. Pertanto, nei romanzi i fatti e le vicende non possono mai cambiare. Se un protagonista muore, morirà per sempre; se vive, vivrà per sempre; se la Provvidenza salva, salverà per sempre; se si arriva ad Itaca, si arriverà ad Itaca per sempre. E così, anche nel racconto di Solieri, se il casus belli sono le parole pronunciate in un’intervista e poi fraintese da un giornalista, sarà per sempre il fraintendimento del giornalista ad aver decretato la rottura ad oggi definitiva, purtroppo, fra Vasco e Solieri.  Nel mezzo, però, c’è il maremagnun delle possibili varianti, che non saranno mai la verità, ma che aiutano a strutturarne un’altra versione. In estrema sintesi, alla base di tutto quello che successo fra i due ci sarebbe la famosa dichiarazione, fraintesa da quel tale che scrive sul giornale, di un Vasco ammalato e rancoroso verso tutto e tutti (sintetizzo per comodità).

Chi ama la musica e, in particolar modo il sound di Solieri, delle mezze verità non sa che farsene però. Tanto meno della verità romanzata. Quello che interessa, e che fa star male, è che Solieri oggi non è più su quel palco al fianco di Vasco. Certo, sapere che, almeno da un punto di vista umano, (forse) la questione ha trovato una soluzione, può dar pace. Solieri, nei quattro capitoli aggiuntivi, racconta che quello che sembrava essere l’ultimo live di Vasco, e cioè l’8 settembre del 2012 in Puglia, a Castellaneta Marina, lo ha visto ancora una volta al suo fianco. Le immagini di quel ritorno sono storiche e impresse negli occhi dei fans. Da quel momento Solieri sarà sul palco solo per i concerti di Torino e Bologna, poi, come si sa, arriva Vince Pastano. Solieri, nel finale del capitolo, addolcisce e mette lo zucchero sul cucchiaino per ingollare la pillola. Ma, appunto, si capisce bene che serve addolcire, e di parecchio, per mandar giù l’amaro calice. Leggete, leggete.

Poi tutto è ripartito, Vasco è tornato ai live come sappiamo, e l’unico incontro che c’è stato fra i due, professionalmente parlando, è lo show di Modenapark.

Anche qui la verità era attesa. Come mai la semplice esecuzione di un solo, sia per Solieri che per Braido? Forse si voleva evitare l’effetto Ligabue (suonare con le varie band le diverse canzoni delle varie epoche…)? Eppure con Curreri la cosa è stata diversa. Ricordiamo che Solieri ha creato la musica, fra le altre, di “C’è chi dice no”, che non è proprio una canzone di seconda segata per Vasco e i suoi fans. Non solo, Solieri ha contribuito in maniera decisiva all’ossatura di un album meraviglioso come “Cosa succede in città”, dove è fra i protagonisti. Come d’altronde una buona parte de “Gli spari sopra”. Insomma, perché quel ruolo marginale nella grande festa di Modenapark? Solieri racconta la sua verità (vale quanto detto sopra) che riguarda accordi e disaccordi che, concedetemelo, vi lascio scoprire leggendo il libro. Già, l’assassino non si rivela mai nei gialli, mai! E tradizionale vuole – le dieci leggi del giallo, andate a leggerle online – che tutti gli elementi ci debbano essere nella storia che viene raccontata. Credetemi, nella narrazione della vicenda di Modenapark, pur se con dovuta attenzioni da parte dell’autore, gli elementi ci sono tutti e si trovano nelle ultime pagine del secondo dei quattro capitoli aggiuntivi del libro. Non mancano davvero, tranquilli. Certo, un poco dentro le cose serve esserci, ma Solieri non fa grandi sconti e non lascia spazio a fraintendimenti. E’ schietto. Per molti fans è uno che se la tira, come si legge sui social. In realtà è persona che viene dalla provincia e, in particolare modo, dalla campagna. Non è figlio del perbenismo interessato di città, ma di quell’essere franco tipico di chi lavora per conquistarsi quello che può permettersi.

Nella prima parte questo atteggiamento viene a galla. Certo, di quei capitoli non parliamo per il fatto che sono già stati letti in passato, ma vale la pena ricordare che Solieri non pontifica e neppure si erge a maestro. Non nasconde l’essere auto didatta; non nasconde che non ha frequentato il Conservatorio (ma per alcuni anni la facoltà di Medicina); non nasconde che l’orecchio, nella sua formazione, ha fatto molto di più che la testa (onesto, e pure troppo, il capitolo dove racconta l’incontro con Skin degli Skunk Anansie). Avrebbe potuto dire tutt’altro e invece non si nasconde e si mette a nudo (ecco perché, tornando a quanto scritto per la crisi con Vasco, si può pensare che un fondo di verità sia stata comunque riportata…). Senza dimenticare la parte iniziale dove si racconta dell’ambiente famigliare. Fino al capitolo della prima rottura, sul finire degli anni ’80, con Vasco, per poi arrivare a quello duro, schietto e ruvido, della morte di Massimo Riva.

Comunque, ciò che conta in questa nuova edizione sono i quattro capitoli finali, e nei due che restano, chiusa la partita Vasco, c’è il Solieri contemporaneo. Prima l’incontro con il Banco del Mutuo Soccorso, e il tour fatto insieme e, anche qui, l’ammissione che le canzoni del Banco sono davvero complesse, e il racconto dello studio fatto da Solieri in compagnia di Nocenzi. Ve lo sareste immaginato da uno come lui che se la tira? Ecco la differenza fra i musicisti seri e i casi costruiti i e montati ad arte: lo studio, la capacità di mettersi in gioco e ripartire. Nel presente, poi, un nuovo progetto da solista che lo vede impegnato, in questi ultimi anni, a valorizzare le sue esperienze formative e il suo sound rock. Un album (“Dentro e fuori dal rock’n’roll”), alcuni singoli, serate live con progetti diversi e tanto lavoro in studio. Il tutto con un augurio, con il quale chiude questi quattro capitoli: E lunga vita al rock ’n’ roll. Da leggere, davvero. 

Articolo di Luca Cremonesi

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