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Renato Caruso “Tempo-Musica”

Un nuovo modo di vedere la musica fino a una vera e propria teoria relativistica della stessa

Il libro di Renato Caruso “Tempo-Musica”, sottotitolo “Il Relativismo Musicale”, edito nel luglio 2023 da Fingerpicking.net nella collana “Le Ruzzole”, parla di un modo diverso di percepire la musica, un modo non convenzionale, che l’autore arriva a descrivere dopo una serie di riflessioni varie, che spaziano dalla filosofia della scienza alla fenomenologia della percezione.

Un po’ come Albert Einstein ci ha dimostrato che tempo e spazio non sono assoluti, ma dipendono dal sistema di riferimento al quale appartiene l’osservatore, Renato Caruso cerca di dimostrare che anche la musica, intesa essenzialmente nel momento dell’ascolto, non è assoluta, ma dipende sia dal luogo che dal momento nel quale la si ascolta, arrivando financo a formulare un’equazione che descrive questo concetto:

M = (a + m + r) * t

mettendo così in relazione armonia, melodia, ritmo e tempo per generare la musica.

Per fare questo l’autore, che non è solamente il musicista inventore del genere musicale “Fujabocla che mescola vari stili musicali tra cui il Funk, il Jazz, la Bossa Nova e la Classica, ma è anche un divulgatore, compositore e concertista, inizia il discorso partendo dal desiderio di curiosità, che in alcune persone è più accentuato che in altre, e che è quello che fa nascere le rivoluzioni, le nuove idee, ma anche tutto ciò che riguarda il cambiamento in tutti i campi, e quindi i nuovi stili e la moda.

Ne parla a livello personale, descrivendo la propria esperienza di vita a partire da quando a cinque anni aveva già imparato tutti gli accordi sulla chitarra, fino a laurearsi prima in informatica, poi in chitarra classica e quindi in informa­tica musicale, per arrivare a esprimere alcune idee riguardo il fatto che molti scienziati, artisti, tecnologi fossero in realtà anche musicisti, a testimonianza dei forti collegamenti che la musica ha con altre discipline.

Passa poi all’osservazione su come, a seguito di costruzioni musicali molto formali e rigide, si sia passati sempre più a una destrutturazione dell’architettura musicale, grazie a Stravinsky prima e a Schönberg poi e alle loro reciproche influenze, ma anche grazie ad altri sperimentatori in campo musicale, quali Caje, Satie e infine De­bussy che fece diventare la composizione qualcosa di molto più complesso che nel passato, ma nel contempo essenziale.

L’autore mostra come si sia andati gradualmente a una prevalenza del ritmo rispetto all’armonia e alla melodia, con le nuove tendenze musicali la dodecafonia e l’atonalità, scaturite dalla musica classica e poi sfociate nel nel Jazz, nel Blues, nel Pop, nel Rock, e altri tipi di musica. Effettua quindi alcuni paragoni fra il percorso storico della musica e quello della matematica, citando il logico e matematico Kurt Gödel come colui che avrebbe abbattuto l’edificio aritmetico secondo il quale la matematica è certezza, così innescando una nuova fase della matematica, in qualche modo parallela a quanto stava avvenendo in musica.

Caruso, richiamando anche il pittore Vasilly Kandinskij che aveva espresso in generale il pensiero che ogni forma d’arte è figlia del proprio tempo, conclude che questo è vero anche per la musica, e che è dunque necessaria una nuova teoria musicale che tenga conto che ogni tipo di musica può esprimere momenti temporali diversi della giornata.

Da questo concetto, ricordando prima Vincenzo Galilei, padre del più famoso Galileo Galilei e precursore del sistema equabile, e poi lo stesso Galileo che parlava di relatività dei movimenti, Renato Caruso descrive sinteticamente la propria teoria musicale: il relativismo musicale. Una teoria nella quale il contesto, il contorno, il momento specifico, hanno un ruolo centrale, e non più solo la melodia o l’armonia, ovviamente senza tralasciare l’aspetto melo­dico-armonico-ritmico. In definitiva la collocazione della musica in un determinato tempo.

Articolo di Sergio Bedessi

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