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Cristiano Godano live Soliera

La sua arte è parte ormai della storia della musica italiana

Generoso. La prima parola che mi viene in mente mentre salgo in macchina, a concerto finito. Cristiano Godano è stato molto generoso venerdì 3 settembre al Festival del Racconto di Soliera (MO). Lo era stato pochi giorni prima anche a Brescia, in occasione di Librixia, dove aveva presentato il suo “Il suono della rabbia” (la nostra recensione). Ero molto ispirato, mi confessa a fine concerto, mentre mi firma un po’ di cd.

E prima di cominciare il concerto all’Habitat di Soliera, Godano ha espresso più o meno lo stesso concetto: se mi prendo bene, posso suonare per ore. Forse per ore no, ma le due ore le ha ampiamente superate, regalando una scaletta di 23 canzoni (2 cover e 21 sue), molto più lunga di altre esibizioni di questo tour solista, che arriva dopo il super tour con la band per celebrare “Catartica”. Godano si è fatto ampiamente perdonare, insomma, il ritardo di 45 minuti sul programma, dettato da sfortune del sound check, dove si è rotta la chitarra.

La sala era gremita, e l’atmosfera delle migliori pur se il contesto era quello di un festival letterario, ambito nel quale Godano si è trovato, e si trova, decisamente a suo agio, data la raffinatezza dei suoi testi. Nell’esperienza solista non devo mediare con gli altri; la band è sempre una modalità di lavoro democratica e implica compromessi. Qui, invece, sono io con la mia musica e le mie parole. Non lo ha detto proprio così, ma questa è la sintesi che più ricorda ciò che ha raccontato al suo pubblico.

In scaletta ci sono stati brani dal primo album solista, e cioè “Mi ero perso il cuore” del 2020, e ovviamente dell’ultimo “Stammi accanto” del 2025 (la nostra recensione). Il concerto, che ha visto Godano sul palco solo con chitarra, e neppure la sua, ma una recuperata in fretta e furia. Questo ha reso il concerto scarno, ma molto affascinante e credo che questo fascino abbia inciso, di ritorno, sullo stesso Godano che, nonostante lo strumento non ben conosciuto, si è lasciato trasportare in una dimensione ancor più underground per i mezzi.

L’agitazione iniziale lo ha fatto stare sulle sue, e tolto il saluto d’ordinanza, le prime sei tracce di “Stammi accanto” sono volate via senza colpo ferire. Grazie a questa palestra il concerto è decollato. Già nelle quattro tracce prese da “Mi ero perso il cuore” Godano è apparso più calmo, molto più a suo agio, e con una chitarra che da lì in poi ha saputo dargli quella sicurezza che, forse, nella prima parte era mancata.

Sinceramente, questi due album sono semplicemente bellissimi, e pur se l’esperienza con i Guano Padano è molto interessante, soprattutto per la bella intesa con “Asso” Stefana, la dimensione solitaria, da piccolo club, ha valorizzato testi come “Nel respiro dell’aria”, “Lode all’istante” (decisamente meglio che nell’album), e la splendida “Ti voglio dire”.

A quel punto il ghiaccio era rotto, e con questo si arriva al fiume in piena. Dall’esecuzione di “Old Man” di Neil Young in poi – e chi segue Godano sa del suo amore per il grande Neil – è stato un ulteriore crescendo. Il pubblico si è fatto sentire, la chitarra ha vinto la sfida, la location ha creato il giusto habitat, e Godano ne ha tratto linfa vitale. Il risultato è stato un concerto ancora più generoso, e non per via dei tanti pezzi dei Marlene Kuntz eseguiti.

Il primo dato di fatto è che Godano ha fatto le prove, anticipando così un poco il tour del prossimo anno, proponendo alcuni pezzi da “Il Vile”, secondo album dei Marlene, e disco oggetto del prossimo progetto live (i biglietti sono già in vendita). “Ti giro intorno” ha aperto la session Marlene, presa proprio da “Il Vile”, e la canzone, che già funzionava bene in quel disco acido e ruvido, qui ha preso corpo ed è diventato chiaro come questo sia un pezzo pieno di poesia.

L’altra perla, insieme all’inattesa (almeno per me) “La cognizione del dolore” (da “Bianco sporco”), è stata “L’esangue Deborah”, altro pezzo da “Il Vile”. A costo di essere criticato, mi vien da dire che un tour acustico, ma davvero acustico, stile Springsteen, forse non sarebbe poi così male per i Marlene. Allo stesso tempo, vista la carica messa in Catartica, mi vien da dire che la scelta di portare in giro “Il Vile” è ottima, un bel regalo da parte di una band ancora in forma.

Da “Senza peso”, album di svolta, Godano ha eseguito “Senza peso” e una struggente “Notte”. “Osja, amore mio” merita qualche riga, perché è anche il momento nel quale Godano è apparso davvero sereno, rilassato e allo stesso tempo ha speso qualche minuto in più per dare indicazioni al suo pubblico, spiegando la storia del poeta Osip Ėmil’evič Mandel’štam e della moglie, la pittrice e scrittrice Nadežda Jakovlevna Mandel’štam, che ha ispirato il testo. Ma con questa canzone siamo già nei bis, che si sono aperti con la cover di “Karma Police” dei Radiohead, brano che sembra scritto per la vocalità di Godano. Lo show non si poteva chiudere se non con “Nuotando nell’aria”, da “Catartica”, considerando che “Lieve” era già stata eseguita, e per di più in una versione minimale che ricorda più la cover dei C.S.I. che il brano originale. Verrebbe quasi da pensare che Godano stesse coverizzando la band di Ferretti, e non viceversa.

Il concerto purtroppo è finito, e dico ‘purtroppo’ perché un po’ gli avevo dato credito alla sua battuta iniziale, e cioè che avrebbe suonato per ore, una volta trovata la giusta atmosfera, che ormai si era creata, e poi perché questa dimensione è magica, e nessuno era disposto a indietreggiare, ripiegare verso le auto e tornarsene a casa. A concerto finito Godano si conferma ancora generoso, con firme e selfie con i pochi rimasti.

Di artisti così, oggi, ce ne sono pochi, soprattutto se si considera la carriera che Godano si ritrova alle spalle. Che piaccia o no, la sua arte è parte ormai della storia della musica italiana, ma questo non gli impedisce di godersi un po’ di contatto umano con il suo pubblico. Lo avevo detto all’inizio che “generoso” era termine corretto…

Articolo di Luca Cremonesi, foto di Moris Dallini

Set List Cristiano Godano Soliera (MO) 3 ottobre 2005

  1. Stammi accanto
  2. Nel respiro dell’aria
  3. Eppure so
  4. Lode all’istante
  5. Cerco il nulla
  6. Vacuità
  7. Sei sempre qui con me
  8. Ti voglio dire
  9. Com’è possibile
  10. Ho bisogno di te
  11. Old Man
  12. Ti giro intorno
  13. Schiele, lei, me
  14. Notte
  15. Lieve
  16. La cognizione del dolore
  17. L’esangue Deborah
  18. La canzone che scrivo per te
  19. L’artista
  20. Musa
  21. Karma Police
  22. Osja, amore mio
  23. Nuotando nell’aria

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