Il 4 aprile Ala Bianca Group ha pubblicato il secondo album da solista di Cristiano Godano, fondatore e cantante dei Marlene Kuntz, band reduce dal successo del tour celebrativo di “Catartica”. A distanza di cinque anni da “Mi ero perso il cuore”, Godano torna con un disco sussurrato, intimo e privato, figlio di un periodo di ripensamenti e di bilanci. Questo, almeno, è quello che emerge dall’ascolto di un lavoro, formato da otto tracce, che non punta a innovare, non vuole stupire e tanto meno rivoluzionare. Godano, come afferma il titolo, raccoglie attorno a sé chi ha voglia di ascoltare uno spaccato della sua esistenza, facendo fede su quell’ampio credito accumulato in oltre tre decenni di onorata carriera come una delle voci rock più interessanti di questo sgangherato Paese.
Anche in questo secondo lavoro, Godano sceglie la via del volume basso, dei toni da salotto con amici. Un disco che già nella prima traccia, e nei primi versi della canzone d’apertura, contiene il senso di questo lavoro: c’è qualcosa che brucia / e che non riesco a spegnere / è la mia vita, ci ricorda subito, in quella che è, a tutti gli effetti, la canzone manifesto del disco. Un testo che fa capire come questo album e le sue canzoni non abbiano bisogno di grandi folle, ma solo di chi ha voglia di ascoltare, in tranquillità, una storia autentica. Il tratto distintivo di questo lavoro è infatti l’autenticità, e devo dire che una messa a nudo così cristallina non me la sarei aspettata da un Godano che, vuoi per necessità vuoi per ruolo da interpretare, tutto appare tranne che una persona capace di mettersi a nudo, e tanto meno con il suo pubblico.
Gli arrangiamenti, si diceva, non puntano a stupire, e tanto meno sono alla ricerca di sperimentazioni. Qui c’è voglia di cantare, di raccontare una parte di sé, e di farlo in modo schietto. Alcune sonorità rimandano anche alla musica degli anni ’60, quasi a un’atmosfera da Cantagiro – “Eppure so”, uno dei testi più belli, ma anche “Lode all’istante” – o da cantautorato classico con venature pop, come “Dentro alla ferita”, che vede ospite Samuele Bersani. Nell’insieme, però, pur se non ci sono invenzioni e stravolgimenti, Godano ci porta in casa un disco delicato, che bussa alla porta dell’ascoltatore e chiede di essere fatto entrare, con grazia ed educazione. In sostanza, una bella lezione di stile per un artista del suo calibro.
“Eppure so”, si diceva, fa da contraltare all’intima “Stammi accanto”, invito all’ascoltatore, una volta che questo ha accettato di sentire cosa la vita di Godano ha da raccontare. Il premio arriva a metà disco, alla fine del famigerato Lato A del vinile, luogo ormai tornato in auge grazie al revival dei dischi fisici. Eppure so / che devo continuare a sognare / e sperare e inventare il meglio per noi / Eppure so / che devo continuare a cercare / poesia e bellezza per noi, canta Godano, come a dirci di stare tranquilli che, dopo questo periodo doloroso, e dopo aver trovato la formula (con il canto) di esorcizzarlo, si deve continuare sulla strada tracciata anni fa.
Godano non si arrende in questo disco, fa solo i conti con se stesso e con quanto ha attorno. Ecco perché consiglio di ascoltare “Stammi accanto” leggendo il suo libro “Il suono della rabbia” (la nostra recensione), dove si può seguire in parte la gestazione di questo lavoro. Perché, se il suo pubblico, in modo molto esplicito con questo disco, è chiamato a stare accanto all’artista, allo stesso tempo Godano ci ricorda, e ricorda a se stesso, che dal tunnel, diciamola così, si deve comunque uscire. In “Dentro la ferita” canta infatti: per quanto ancora io dovrò cercarmi / per riconoscermi? / In vita ho scritto in quantità / meglio che andare in analisi, e, poco dopo, la piena coscienza delle proprie radici si condensa in un passaggio chiave dove Godano afferma: ma sono ancora qua / a soffiare via l’aria / cupa e gravida / sopra la ferita.

Sia chiaro però, non si tratta di un disco dove domina il dolore, anzi. Godano non ci regala tristezza, semmai la speranza che in ogni momento buio, con forza e consapevolezza, e allo stesso tempo dolcezza, si può uscire. Di certo non a veder le stelle, ma quanto meno a prendere una boccata d’aria. “Lode all’istante” è la canzone di questa consapevolezza, quella cioè della vita da declinare al presente, senza altri modi e tempi verbali da tener in considerazione. La scelta di renderla anche troppo melodica, quasi da canzoncina da Sanremo, è quell’inatteso che spiazza, ma che nell’economia del disco è necessario per far capire come si può sempre ripartire, anche se carichi di quello che si è vissuto. Nulla scompare, nulla si distrugge, ma tutto ci trasforma, sembra dire Godano.
Spazio nel finale per un testo alla Marlene Kuntz, perché “Ti parlerò”, mentre lo si ascolta con voce e chitarra, fa subito venire in mente i migliori Marlene, quelli acidi, figli cioè del Consorzio Produttori Indipendenti. Quanto questa “Ti parlerò” chiama un arrangiamento figlio di “Catartica”, o ancora più di “Il vile”.
Non resta che chiudere questo lavoro con un desiderio di “Vacuità”, più che di fama e di visibilità. E il percorso è coerente per chi, fino alla fine, è riuscito a tenere fede all’invito di Godano, cioè restargli accanto in questo viaggio di otto canzoni che, spero, possano proseguire nel loro percorso live intrapreso in aprile con la formazione dei Guano Padano di Alessandro “Asso” Stefana. Perché va detto, se “Stammi accanto” non nasce per essere un capolavoro, ma un disco onesto e sincero, il duo Godano – Stefana un capolavoro lo hanno già portato in giro, e cioè il loro omaggio a Neil Young (Leggi la nostra recensione). Vederli di nuovo sul palco, insieme, è una gioia. Sapere, poi, che questo disco viene presentato con i Guano, beh, fa ben sperare che Godano abbia voglia di chiederci ancora di stargli accanto.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “Stammi accanto”
- Stammi accanto
- Nel respiro dell’aria
- Dentro la ferita
- Eppure so
- Lode all’istante
- Cerco il nulla
- Ti parlerò
- Vacuità
Line up Cristiano Godano: Cristiano Godano, musica, testi, chitarre, voce / Vittorio Cosma, pianoforte, tastiere / Simone Filippi, batteria / LucaA. Rossi, chitarre, banjo, testiere / Enzo Bonicelli, violini
Cristiano Godano online:
Instagram: https://www.instagram.com/cristianogodano/
YouTube: https://www.youtube.com/@cristianogodano4324