
Dopo un secondo giorno messo a dura prova da pioggia e instabilità, il terzo e ultimo atto del Low-L Fest, domenica 22 Giugno, si apre con una giornata perfetta: cielo terso, sole a picco e un’aria finalmente respirabile dopo giorni di caldo asfissiante, nel cuore verde di Spazio 4.0 a Piacenza. Ma soprattutto, si apre con una promessa mantenuta: quella di una line up che unisce il meglio della scena internazionale e una selezione di band italiane capaci di restituire senso e identità a un festival indipendente come pochi altri in Italia. Il piatto forte del giorno? Il ritorno in Italia degli australiani Trophy Eyes, accompagnati da due debutti assoluti nel Belpaese: House of Protection e Terminal Sleep. Ma prima del main stage, il tessuto underground nazionale prende parola con una raffica di band che dimostrano ancora una volta che l’Italia sa suonare, e anche molto bene.




Poco dopo le 17:00 si alza il sipario sul Second Stage con i Foolish But Not Alone. Una mezz’ora di Pop-Punk diretto e melodico, perfetto per intrattenere i primi arrivi e dare il via alle danze. Soundcheck rapido, sguardi tra i presenti, e poi via: i brani scorrono in scioltezza, con una delivery pulita e consapevole. Il pubblico inizia a scaldarsi, il sole è ancora alto e ci sono i primi sorrisi che fanno da preludio a una bella giornata estiva.




A seguire tocca ai LEM, torinesi che, pur differenziandosi per sfumature sfociano leggermente nel Punk Rock rispetto ai predecessori, mantengono alto il ritmo. Con un’attitudine grintosa e testi che colpiscono dritti, contribuiscono ad alzare l’asticella.




Siamo vicini alle 18:00 e il pubblico si fa, via via, più fitto. Il terzo giorno si sta animando. Alle 18:30 sono i lillians a prendersi la scena, sempre sul second stage. La loro proposta pop-punk, dalle evidenti influenze californiane, è una botta d’aria fresca e movimento: batteria serrata, salti, energia a volontà. Ma non si tratta solo di buone vibrazioni con il vento tra i capelli e lo skate come compagno di vita, la band suona compatta, credibile, con un gusto melodico ben bilanciato. Il secondo stage ora vibra, letteralmente.





Alle 19:30, circa, prende vita il main stage di Low-L con i primi internazionali della giornata: gli australiani Terminal Sleep. La voce di Bec Thorwesten è una mitragliata emotiva e la band le sta dietro senza problemi sprigionando un’energia devastante. Nonostante si siano formati “solo” nel 2022, la loro presenza è di quelle che si ricordano: intensa, feroce, ma mai caotica. Regalano anche una chicca ai fan Italiani, presentando il nuovo singolo: “They Circle Below”. Infine chiudono lo show con la loro canzone più conosciuta probabilmente: “Death Therapy”. Prima scossa seria della giornata registrata.



Spostandosi di nuovo sul secondo palco, è il turno dei Rescüe Cat, che ritrovo dopo la loro apertura alla data degli Speed di qualche giorno prima (il nostro report). Portano una mezz’ora intensa e pulsante, confermando quanto messo in scena al Legend Club di Milano venerdì 20 giugno.



Il batterista è sempre in prestito dagli Stegosauro, ma la resa è quella di una band solida, che non ha paura di dire la propria, nonostante il loro primo album sia uscito appena qualche mese fa (febbraio 2025, “Flesh & Weapon”). Il ponte hardcore, partito nella serata di venerdì a Milano, ha fatto tappa, con successo, anche al Low-L. Il momento più atteso, anche da chi non lo sapeva, è arrivato.



Per la prima volta in Italia, il duo ex-Fever 333, House of Protection: Aric Improta e Stephen Harrison. Questo scatenato duo infiamma il main stage con un ingresso tanto teatrale quanto utile, un messaggio registrato in italiano introduce il loro mondo: una casa di protezione per chi vuole abbattere stereotipi e convenzioni.




I successivi 40 minuti sono pura anarchia scenica ed emozionale, a partire “Learn To Forget” eseguita in mezzo a un circle pit fino all’arrampicata di Harrison sul palco, chitarra roteante in aria, teatralità punk all’ennesima potenza, senza tralasciare l’esecuzione di “It’s Supposed to Hurt”, mentre il pubblico è in uno stato tra lo shock e la meraviglia. Quella andata in scena è stata una vera e propria esperienza, più che un semplice concerto. E ora, ricostruire il palco e l’umore tocca a chi viene dopo.



I milanesi Aurevoir Sòfia, “da Cinisello” come ci tengono a specificare, prendono in mano le redini del second stage per l’ultima volta in questo 2025 e non sbagliano un colpo. Con il loro Punk Rock underground, ruvido ma intriso di melodia, dimostrano che anche in Italia si può fare musica all’altezza dei palchi internazionali e delle grandi band, basta saperla cercare e, soprattutto, ascoltare.



Nonostante la devastazione lasciata dagli House of Protection, riescono a ricostruire un momento intimo e sincero, fatto di connessioni col pubblico, come amano dire loro stessi. Live dopo live, amicizia dopo amicizia.


È passata da poco l’ora prevista ma l’attesa viene ripagata pienamente: il palco si tinge di blu, preannunciando già le prime note per i fan, e salgono gli headliner assoluti, i Trophy Eyes. Il quartetto australiano parte subito fortissimo con “Blue Eyed Boy” e “People Like You”, due pugni nello stomaco che trovano risposta immediata nella front row, in coro e in delirio.


Il set è una cavalcata tra tutti i momenti cardine:
- l’emozione sincera di “Life In Slow Motion”
- la malinconia rabbiosa di “Chlorine”, brano storico del 2016.
- la chiusura con “You Can Count On Me”.
Una chiusura all’altezza, un concerto con un sing-along sincero per tutta la durata. Di quelle che ti ricordi anche a chilometri e giorni di distanza.


Certo, questo è stato il Low-L Fest dal punto di vista musicale, e che musica verrebbe da aggiungere. Ma sarebbe riduttivo fermarsi qui. Il cuore di questo festival sta nel suo spirito DIY autentico, nella voglia di dare spazio anche a creativi, tattoo artist, autoproduzioni, brand indipendenti e progetti locali. Non è solo un palco: è un laboratorio di cultura sotterranea, una community che si costruisce in tempo reale tra sorrisi, dischi, felpe e birre. Per qualcuno è stato “solo un festival”. Per altri, una piccola rivoluzione, rumorosa e solare.
Articolo e foto di Alberto Bocca
Set list LEM Low-L Fest 2025
- How to heal a broken heart
- Chicago
- Whiskey shots, good times
- Gears
- Gate #17
- Old Letters
- Chronical Routines
- For all, take care
- Where all my friends are
Set list Terminal Sleep Low-L Fest 2025
- Tried and True
- Spineless
- Elicit Fear
- A Liar’s End
- They Circle Below
- Life Guilt
- Death Therapy
Set list Rescue Cat Low-L Fest 2025
- Enter the sewer trap
- Who’s the killer?
- My own demise
- End me, coward
- Malice practice
- Soft/quiet/cruel
- Mother to no one
- Flesh & weapon
Set list House of Protection Low-L Fest 2025
- Pulling Teeth
- Learn to Forget
- Afterlife
- Being One
- Fuse
- Godspeed
- Fire
- It’s Supposed to Hurt
Set list Trophy Eyes Low-L Fest 2025
- Blue Eyed Boy
- People Like You
- Heaven Sent
- Enmore
- What Hurts the Most
- Omw
- Burden
- Kill
- Breathe You In
- Life in Slow Motion
- Chlorine
- You Can Count On Me