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Banco del Mutuo Soccorso “Orlando: Le forme dell’amore”

L’attesa era tanta per questo secondo concept album del nuovo corso della band

Il Prog è vivo e lotta con noi. Sarebbe meglio formulare il concetto come domanda? Non so, e sono sincero. Il Prog era la musica del futuro e del progresso. Oggi siamo nel futuro, e ci stiamo chiedendo se il progresso abbia ancora valore. In tutti i sensi. Di certo c’è che da quando il Banco ha deciso di rimettere in moto i motori, il Prog è tornato ad avere, sulla scena, rappresentanti di alto valore, che hanno prodotto tour e album di buon livello. Che poi questo genere abbia un futuro, al di là di chi ne ha fatto il glorioso passato, il presente buono e, si spera, un accettabile domani, non è da sapere. Quanto meno al momento. È però altrettanto vero, e non va dimenticato, che il Banco non è solo una delle più importanti band prog italiane. La fama e la musica del Banco si estendono ben oltre i confini dello Stivale, e questo fatto non va dimenticato. Ecco perché l’attesa era tanta per questo secondo concept album del nuovo corso, uscito il 23 settembre 2022 per l’etichetta Inside Out Music/Sony Music Group.

Dopo il buon esordio con “Transiberiana” del 2019, album funestato, nella sua vita live, dal Covid, il gruppo di Vittorio Nocenzi torna ora con il concept album “Orlando: Le forme dell’amore”, ed è subito magia. Vera magia. I motivi sono semplici. Il Prog, da che mondo è mondo, almeno nella declinazione italiana, ha sempre pensato se stesso come un genere da concept album. Allo stesso tempo si è sempre legato con la letteratura. Da Dante ad Ariosto, il Prog italiano condivide il destino con la parte fondativa e più ostica della nostra letteratura. Amata e citata da tanti, studiata da esperti, rigettata dai giovani, ma che torna, in età adulta, a far parte del bagaglio letterario di ogni buon lettore. Stesso destino, insomma, del Prog made in Italy.

Piccola divagazione: merita davvero attenzione il bel volume “Dante e l’armonia delle sfere. La commedia, il Rock progressivo e altri percorsi” di Fabrizio Galvagni, dove si racconta, a seguito di un bel progetto scolastico realizzato in un liceo di Salò (Bs), il legame fra il Prog e Dante.

Dunque, lavorare su Ariosto e il suo grande poema è cosa buona e molto giusta. Poi, come racconta la storia, questo progetto è legato al passato e all’immediato presente del Banco. Un album con una lunga gestazione, e che si inserisce a pieno titolo nella produzione di questa band, che ha lasciato la sua impronta indelebile nel genere. Anzi, a essere sinceri, forse questi ultimi due lavori hanno un valore maggiore di quanto espresso in alcuni ultimi album del Banco classico (e cioè l’epoca con Francesco Di Giacomo alla voce). Penso a “13”, “Donna Plautilla”, “… e via”, ad esempio. Allo stesso tempo, se penso a “Nudo”, e soprattutto alla suite iniziale (Nudo I, II, III), questi due album sono senza dubbio una continuazione di quella direzione che, purtroppo, è stata interrotta. Detto in altro modo, il Banco fa bene quello che sa fare, ed è giusto che sia così, perché tornare non è stato facile. Il ritorno doveva essere messo in atto come si deve, senza esitazioni e tanto per fare. I due lavori, con quest’ultimo in modo particolare, segnano la buona amalgama di questa nuova band. Anzi, questo “Orlando: Le forme dell’amore” è la consacrazione dell’ottima voce di Tony D’Alessio, al quale spetta il compito più difficile, di non far dimenticare, e allo stesso tempo di non far rimpiangere Di Giacomo.

La struttura dell’album è prog a tutti gli effetti. Si apre con un “Proemio”, quasi in versi, che rimanda inevitabilmente al glorioso Salvadanaio. Non solo per il richiamo allo stesso Orlando, ma per struttura e composizione. Ed è giusto così. Il rimando, poi, è valido anche per la bellissima “La pianura rossa”, pezzo potente e che richiama la gloriosa R.I.P, anche in questo caso come struttura. Poi va bene, R.I.P. ha quel valore epico che, però, in questo nuovo album non manca. Nel senso, il Banco non rinuncia con questo lavoro a dire ciò che pensa e ciò in cui crede. Non è un album politico al 100%, ma è un lavoro dove i temi civili, sociali e dunque della polis, non mancano. Ed ecco che questo nuovo album è figlio di un presente che non abbandona e non vuole abbandonare il passato. Giusto così, perché nessuno oggi è chiamato a fare la storia. Quella è già nei libri. E il Banco ne è già stato protagonista. Qui si tratta di mantenere e portare avanti una storia, con stile. Senza pentimenti e tenendo il timone ben dritto, nel mare mosso.

I pezzi variano in lunghezza, altro pregio di un lavoro che può permettersi di ignorare, entro certi limiti, le regole attuali della discografia. La seconda forma di libertà di questo lavoro riguarda il fatto che non ci sono solo brani cantati. In questo nuovo album c’è anche tanta musica, e ben fatta. C’è il sound prog made in Banco, ci sono i voli di Nocenzi e i dialoghi fra chitarra e tastiere. Due esempi su tutti sono “La maldicenza” e “Cadere o volare”. Per quanto riguarda il primo, Nocenzi afferma che il brano si divide in due parti: la prima parte con un tema conduttore complesso e molto cromatico, rappresenta la maldicenza. La cromaticità della melodia tematica, eseguita dal Moog, ricorda il dire e non dire del calunniatore. Inoltre, questa stessa natura cromatica del tema conduttore, esprime nella sua apparente inafferrabilità come cantabile, anche l’instabilità emotiva sia degli invidiosi che delle loro vittime. L’inafferrabilità del tema cromatico ci è sembrata proprio adatta a rappresentare la calunnia, spesso sibilata nelle orecchie degli altri con subdola perfidia; mentre la seconda parte, costituita da una barcarola dolcissima, esprime proprio l’autodifesa dell’amore, il suo ricorso alla dolcezza con la propria lievità di sentimenti e di respiro”.

Dalle parole di Nocenzi si capisce che questo lavoro è senza dubbio pervaso dal tema dell’amore, ma che questo spesso serve a parlare di ciò che ci circonda e dei temi che stiamo vivendo. Torno sulla “Pianura rossa”, brano che rimanda, ad esempio, alla grande siccità di questa estate, e che fa venire in mente il film di Virzì. “Non credere alla luna” è un racconto del coraggio, ma anche della forze delle idee e, dunque, della mancanza nell’oggi di sognare e di avere una visione del futuro. Ed è forse questo il messaggio più importante di questo lavoro che sfrutta al meglio le doti del nuovo Banco, e l’aridità di questa epoca nella quale nulla deve disturbare e raccontare altro da un semplice e banale sentimento d’amore. Sia chiaro, se l’amore è banale è proprio perché non deve spaventare e deve essere cantato solo come passione. Qui, invece, la passione è mescolata con l’anima, e questa vive a si muove nel mondo. Come per tutti i brani di “Orlando: le forme dell’amore”, le parole dei testi se vengono sottratte all’episodio dell’album concept a cui sono legate, non perdono di forza e significato, possono essere fatte proprie da ogni ascoltatore come se lo riguardassero direttamente, perché nonostante tutto, tutti proseguiamo a puntare sempre sul nostro amore ricorda Nocenzi.

Unica nota critica. La scelta di alcuni suoni, in particolar modo quelli della chitarra. Spesso appare troppo dura, troppo rock, troppo tirata. Non che stoni, ma è troppo dominante in brani e passaggi dove invece potrebbe essere rimessa nel coro. Stessa cosa accade, ma non in modo così duro, con la batteria, che in alcuni brani, come “Serve Orlando adesso”, è sopra ogni suono. Domina troppo, insomma. Stessa cosa accade per la chitarra, nei passaggi di solo. Piccoli appunti però, e nulla di significativo dunque. Il Banco si conferma in forma e la speranza è che il prossimo lavoro lasci libero le briglie di Tony d’Alessio che dimostra, anche in questo lavoro, di avere ha ampi margini che può colmare se, come si ricorda in “In Volo”, Lascia lente le briglie del tuo ippogrifo, o Astolfo, E sfrena il tuo volo dove più ferve l’opera dell’uomo / Però non ingannarmi con false immagini / Ma lascia che io veda la verità e possa poi toccare il giusto.

Articolo di Luca Cremonesi

Tracklist “Orlando: Le forme dell’amore”

1. Proemio
2. La Pianura Rossa
3. Serve Orlando Adesso
4. Non Mi Spaventa Più L’amore
5. Non Serve Tremare
6. Le Anime Deserte Del Mondo
7. L’isola Felice
8. La Maldicenza
9. Cadere O Volare
10. Il Paladino
11. L’Amore Accade
12. Non Credere Alla Luna
13. Moon Suite
14. Come È Successo Che Sei Qui
15. Cosa Vuol Dire Per Sempre

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