I Bisca tornano con un disco importante sul fronte dei contenuti. “Il Lago Artificiale” è uscito il 25 aprile su Roble Records in vinile, oltre che sul sito della band, dove è attivo un servizio streaming molto interessante (consiglio di farci un giro).
Un disco che, musicalmente parlando, si inserisce nella tradizione di questa band che, fin dagli esordi, ha rappresentato una piacevole anomalia nel mondo prima delle Posse, e poi della musica sotterranea di matrice napoletana. Se i 99 Posse, che hanno lavorato con i Bisca in uno storico album live (“Incredibile opposizione Tour”), e in un altrettanto interessante disco in studio (“Guai a chi tocca”), hanno seguito poi la loro strada, fra alti e bassi, i Bisca hanno invece portato avanti, con coerenza minoritaria, un mondo musicale che si è attestato su una bella contaminazione fra Rock, Reggae degli inizi, Hip-Hop, il tutto condito poi con lo splendido sax di Maglietta, innesto che ha sempre regalato sapori alla James Senese. I Bisca, in questi anni, non hanno mai prodotto musica banale, come banali non sono mai stati i loro testi.
Ne è un ottimo esempio questo “Il lago artificiale”, disco che racconta i nostri tempi con parole dirette, semplici e in grado di essere incisive. Prerogativa, questa, di Giorgio Canali e dei suoi Rossofuoco, ma anche i Bisca non sono da meno. Solo che il loro movimento è ancora più carsico e sotterraneo di quello di Canali, che per certi versi vive un poco del riflesso delle band con le quali ha lavorato. I Bisca, invece, emergono qua e là, come balene che tornano in superficie, e quando lo fanno, proprio come i grandi cetacei, non lasciano nulla al caso.
Questo nuovo disco, formato da 11 tracce, viene presentato come ‘Art Soul’, nel duplice significato di suono dell’anima artistica e suono dell’anima artificiale. È una musica viscerale e ipnotica che aspira all’ancestrale, capace di offrire una riflessione colta e lisergica sull’abisso del nostro tempo. Tutto vero, perché ogni ascolto apre un mondo. La title track, dunque, introduce in questo universo fatto di chi, per scelta, resta ai margini di un mondo chiassoso, perché si rende conto che si tratta di un’esistenza artificiale, quella nella quale ci muoviamo. Una traccia ricca, musicalmente parlando, dove tutta la band ruota attorno al sax di Maglietta. “Luna d’inverno” e “Bassa quota”, brani che confermano la matrice rock alternativa del disco, sono altri due tatuaggi ben chiari per chi ascolta la band da tempo. La luna d’inverno, in sintesi, è la necessaria distanza che oggi serve avere per mantenere una propria anima coerente con qualche valore, e una capacità di empatia non vuota o iperattiva. “Volo a bassa quota” è senza dubbio una delle tracce che più sintetizza l’atteggiamento dei Bisca, ma anche di chi non vuole essere complice di questi brutti tempi che ci troviamo a vivere. Allo stesso tempo, serve restare vigili e attivi e cioè volare a bassa quota, ma serve saperlo fare, non è cosa facile.
“Siamo in guerra” e “Gli umani” descrivono i nostri giorni con grande e crudo realismo, proprio come “Amori cani”, con un ritornello martellante che permette di rendere chiaro a tutti il concetto. “Un alieno sperso” è un altro brano significativo, che racconta di come molti artisti oggi si trovino a fare i conti con un mondo dove l’arte sembra essere ormai consegnata solo al mero intrattenimento, in un lago artificiale che cela il nulla, ed esalta l’assenza di valori. Odio, perché d’amore è pieno il vuoto, cantano i Bisca in “Amo odiare”, il brano più hip hop del disco, ma che sintetizza tutti i sentimenti che animano chi non riesce più a vivere circondato, di continuo, da cuoricini, da sole e cuore, e da amore in ogni luogo e per ogni dove.
I Bisca ci ricordano che il mondo non è solo fatto di orpelli, di luci abbaglianti e di centri commerciali dove i sentimenti sono ormai acquistati. “3. Come se nulla fosse” è un altro brano che è chiaro in questo senso, ma tutto il disco di fatto è un sasso lanciato in faccia all’ipocrisia che impone il ritmo alla nostra quotidianità. “Il lago artificiale”, insomma, fa da eco al bel lavoro dei Casino Royale, “Fumo” (la nostra recensione) sul fronte dei testi, dei contenuti e della chiara presa di distanza dal mondo attuale. Però i Bisca, a differenza dei Casino Royale, decidono di lanciare questo sasso, e di mollare questa sberla al mondo musicale attuale, per distanziarsi dal presente, senza tradire affatto la propria anima. Il disco suona bene, ed è ricco di suggestioni musicali che, negli anni, hanno caratterizzato la musica dei Bisca, da “Lo sperma del diavolo” (album meraviglioso, da avere in casa!) fino al piacevole “Stato di grazia” del 2020.
Un disco, sinceramente, di cui c’era bisogno, perché gli orpelli e i lustrini hanno stufato, soprattutto in un momento storico dove tutto porta in direzione opposta rispetto alla festa che si vuole imporre come mood dominante. Avere un gruppo che, negli anni, resta coerente alla propria dimensione minoritaria, sia come contenuti, sia come mondo musicale. Nessuna concessione all’universo sonoro attuale. Nessuna ricerca di novità forzate. I Bisca restano se stessi, con un disco intenso, utile e capace di suscitare belle sensazioni, piacevoli pensieri, e un po’ di sorriso amaro.
Articolo di Luca Cremonesi
Track list “Il Lago Artificiale”
- Il lago artificiale
- La luna d’inverno
- Volo a bassa quota
- Siamo in guerra
- Gli umani
- Dario
- Ameri cani
- Amo odiare
- Come se nulla fosse
- Un alieno sperso
- Il sax balbuziente
Line up Bisca: Sergio “Serio” Maglietta voce, sax / Elio “100gr” Manzo chitarra / Claudio “Clark Kent” Marino batteria / Marta Riccardi aka Dub Marta basso.
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