Nel 1997 sbancarono il mondo con un brano multi-platino, dal titolo che solo loro sanno pronunciare, “MMMbop”; dopo trent’anni di carriera in cui, discograficamente indipendenti, hanno continuato con una solida produzione per una fedele fanbase (i “Fansons”, come si fanno chiamare) con oltre 16 milioni di album venduti in tutto il mondo, ora sono tornati con un nuovo album, “Red Green Blue”. Pubblicato il 20 maggio 2022 su etichetta 3CG Records, questo lavoro celebra 30 anni di carriera di una band più unita che mai attraverso la sintesi di tre progetti solisti. Questo album è infatti ispirato ai tre colori primari, che, come spiegato da Isaac nella nostra intervista sono gli elementi essenziali per creare tutti i colori e quindi la base della creatività. Sono anche colori che richiamano emozioni, umori e valori, e ognuno dei fratelli ha scelto quello che lo rappresentava di più (Red/Taylor, Green/Isaac e Blue/Zac).
Questo album non può essere valutato senza tenere conto dell’intera carriera degli Hanson, una band che ha probabilmente sofferto dell’aspettativa creata dal successo dell’album di debutto più di ogni altra. È un album maturo, tranquillo, ascoltabile, piacevole: può migliorarvi la vita se vi lasciate coinvolgere, o lasciarvi indifferenti se cercate qualcosa di inaspettato. Le vocalità sono ineccepibili come sempre, dato il notevole talento della family band, e la produzione musicale e la qualità autoriale sono di alto livello. “Red Green Blue” suona come il risultato di spinte creative individuali con la costante ricerca di essere chiari con se stessi sulla direzione musicale e con l’auspicio di mantenere il dialogo con i fan di sempre, e di avviarlo con un nuovo potenziale pubblico.
“Red” di Taylor si apre con “Child at Heart”, un brano di cui è compresa anche la demo, a mio parere superiore alla versione ufficiale per la stessa qualità, ma dalla spontaneità vocale che si perde un po’ nella pulita produzione finale. ”Rambling Heart” recupera con una intensa interpretazione, anche se questo brano, all’opposto del precedente, avrebbe potuto essere reso più memorabile da una versione meno intima e più rock, vista la potenzialità del ritornello; ma gli Hanson, e Taylor in particolare, non hanno da dimostrare molto, dopo una carriera così longeva, e probabilmente fanno quello che si sentono di fare. Chi scrive ha avuto occasione anche di intervistare Isaac e le parole e i concetti più ricorrenti sono onestà intellettuale e connessione con il pubblico e i fan.
“Truth”: Taylor ha una gran voce, e su questo non si può dire niente. L’interpretazione di questa intensa ballata country potrebbe rendere indimenticabile la scena di un film, se usata come colonna sonora, mentre la seguente “We belong together”, più ritmato inno che cresce fino a diventare corale, fa da ponte per la finale “Semi-Hollow”, un tempo medio quasi funky con strappi di fiati e Hammond.
Entriamo nella parte più “verde” di Isaac, con l’organo che crea un continuum con la sezione precedente nella costruzione di un brano country dalla struttura classica e assoli di chitarra che si aggiungono alle armonie vocali marchio di fabbrica della band. “Write You a Song” è una ritmata dedica a una delle donne importanti della vita di Isaac, sua figlia, di cui sentiamo il cameo verso la fine della canzone. “No Matter The Reason” è una canzone più intima e sofferta per cui è un peccato che la Pixar non abbia fatto un Cars 4, nella cui colonna sonora includere il brano. “The Gift Of Tears” è un interpretazione vocale ancora più ispirata in una ballata senza ritmica, in cui voce e chitarra duettano e introduce la decisamente funky “Cold As Ice”, sicuramente il “picco” energetico del lavoro di Isaac.
Le sonorità di tastiere e i ritmi di “Blue” ci fanno sentire un’anima più pop in Zac. In “Bad”, brano quasi electro-pop e in “World Goes Around”, brano più cantabile e suggestivo, le qualità vocali di chi è stato eletto voce solista della band si mettono in particolare evidenza. Anche la medio-tempo ritmica “Wake Up” gode di questa vocalità.
Dopo averci convinto di essere l’anima più pop e meno roots-country, Zac sgancia “Don’t Let Me Down”, con ospite la chitarra di Zach Myers degli Shinedown, e porta l’album alla vetta più rock dell’album. E se vi immaginate gli Hanson come ispirate ma un po’ seriose star ultratrentenni, date un’occhiata anche al video musicale di questo brano, diretto dal “fratello piccolo” (si fa per dire, ehm, dalla stazza…) Mac Hanson, regista e musicista egli stesso. La sezione di Zac chiude con la gentile e complessa “Where I Belong”, con armonie quasi da musical, e un’orchestrazione che si direbbe eseguita su un Mellotron.
In questo album gli Hanson sono affiancati nella produzione e a volte nella scrittura dal produttore vincitore di diversi Grammy Awards Jim Scott (Tom Perry, Red Hot Chili Peppers, Wilco), e da David Garza (Fiona Apple, Midland,Sharon Van Etten). Un album che si direbbe scritto tanto per loro quanto per noi: per provare a raggiungere punti più lontani dal centro, nella composizione e nell’arrangiamento, e per dimostrarci che, per chi la vuole ascoltare, c’è ancora della sana musica americana country-pop scritta con l’intento di trasmettere emozioni a un pubblico affezionato ma anche a chi, non sapendo nulla della band, può gradire un album scritto, cantato prodotto e registrato in modo ineccepibile.
Articolo di Nicola Rovetta
Tracklist “Red Green Blue”
(Red)
1. Child At Heart
2. Child At Heart (demo)
3. Rambling Heart
4. Truth
5. We Belong Together
6. Semi Hollow
(Green)
7. Greener Pastures
8. Write You A Song
9. No Matter The Reason
10. The Gift Of Tears
11. Cold As Ice
(Blue)
12. Bad
13. World Goes Around
14. Wake Up
15. Don’t Let Me Down (feat. Zach Myers)
16. Where I Belong
Lineup Hanson: Taylor Hanson voce, chitarra, batteria, cori, tastiera / Isaac Hanson voce, chitarra, basso, cori, tastiera / Zac Hanson voce, chitarra, batteria, cori, tastiera
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